Scattano le severe policy di Apple per Mac mini ARM, la macchina non destinata alla vendita che gli sviluppatori possono richiedere ad Apple esclusivamente per creare e testare software e app per processori Apple Silicon. Il Mac mini ARM è di fatto il primo computer Apple che funziona con un processore progettato da Cupertino. Si tratta della CPU Apple A12Z Bionic, quindi un modello che Cupertino ha già impiegato negli iPad Pro 2020 di ultima generazione.
Nel momento in cui scriviamo non è dato sapere se questo chip risulta in tutto e per tutto identico a quello degli iPad Pro o se invece si tratta di una versione modificata, magari nella frequenza di funzionamento, per offrire prestazioni superiori. Una modifica più semplice da effettuare rispetto a interventi sui core CPU e GPU integrati, resa possibile dal maggior spazio disponibile per raffreddamento e dissipazione del calore, oltre che per i vincoli meno stringenti sui consumi di energia rispetto all’impiego su tablet.
Attualmente il Mac mini con processore Intel più economico a listino è proposto in Italia a 949 euro, così il costo di 539 euro per accedere al kit sviluppatori contenente Mac mini ARM risulta un investimento abbordabile per gli sviluppatori. Al termine del periodo di utilizzo il Mac mini ARM deve essere restituito a Cupertino. Trattandosi di una macchina non destinata alla vendita non è possibile richiederne la riparazione presso gli Apple Store e Genius Bar, ma occorre rivolgersi direttamente al supporto di Apple.
Ma soprattutto, trattandosi di uno strumento di sviluppo contenente tecnologie hardware software che Apple pubblicherà in versione definitiva in autunno e oltre, chi richiede il Mac mini ARM è sottoposto a rispettare stringenti regole, firmando un documento di non divulgazione. Tutti gli elementi che hanno a che fare con il “Developer Transition Kit sono considerate informazioni confidenziali in base all’accordo come sviluppatore”, si legge nel documento di Apple. “L’utente accetta di non scrivere pubblicamente a riguardo, recensire il Developer Transition Kit, condividere o mostrare a nessun altro che i vostri sviluppatori autorizzati, previa autorizzazione scritta (incluso via email)”.
È così vietato smontare la macchina, eseguire benchmark e programmi che misurano le prestazioni, condividere risultati con altri e discuterli sui social. Anche se per i non addetti ai lavori possono sembrare regole severe e troppo stringenti, in realtà è la norma e in linea con quanto avviene da sempre (non solo con Apple) con le versioni beta di iOS. Questo però non ha impedito una serie infinita di fughe di notizie e scoop vari che anticipano funzioni e caratteristiche, ogni anno e per ogni nuova versioni di iOS e degli altri sistemi operativi di Cupertino.
Facile prevedere che non appena verranno consegnati i primi Mac mini ARM agli sviluppatori, inizieranno ad apparire in rete risultati di svariati benchmark per misurare le prestazioni di calcolo, single core, multi core e per il comparto grafico GPU, fino ad arrivare allo smontaggio completo e all’analisi dettagliata di tutte le componenti hardware. Nessun accordo di non divulgazione potrà mai fermare la curiosità umana, figuriamoci quella degli appassionati Apple, di tecnologia e hardware.
Con ogni probabilità Apple non considera ufficialmente il chip A12Z Bionic come il suo primo processore Apple Silicon per Mac, ma in pratica questo Mac mini speciale riservato agli sviluppatori è di fatto il primo Mac con processore Apple. Chi non vorrebbe averlo tra le mani ora per poter eseguire tutti i benchmarl del mondo e poi smontarlo per poter dare una sbirciata all’interno ed esaminare come gli ingegneri di Cupertino hanno progettato e costruito la prima scheda madre per il primo Mac ARM
Per tutte le altre notizie di approfondimento sull’edizione 2020 della WorldWide Developer Conference potete dare uno sguardo all’interno di questa sezione del nostro sito web. L’articolo riepilogativo delle novità principali della WWDC 2020 è invece qui.