Per la giustizia francese Apple ha previsto alcune clausole scorrette nel servizio di streaming Apple Music, scatta così in Francia una multa di importo contenuto per il colosso di Cupertino. Si tratta della conclusione di un procedimento avviato dall’associazione UFC-Que Choisir nel 2016, al termine del quale è stata stabilita l’esistenza di varie irregolarità nelle condizioni di utilizzo del servizio nell’epoca della GPDR.
L’associazione di consumatori UFC-Que Choisir indica tra i punti problematici nelle condizioni la necessità di ottenere diverse informazioni personali senza ottenere il consenso degli utenti, esplicitamente vietato dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). Tra i dati che Apple ottiene: l’indirizzo IP ma anche informazioni sulla geolocalizzazione e persino il suo lavoro, elementi che in alcuni casi possono essere raccolti e archiviati.
La Mela ha ora tre mesi per presentare ricorso oppure dovrà modificare le clausole ritenute ingiuste, pubblicare il giudizio completo sul suo sito per tre mesi e pagare una ammenda di 30.000 euro, come segnala il sito web francese Macg. L’autorità giudiziaria di Parigi ha riconosciuto tali clausole come vessatorie e l’assenza di informazioni sull’uso dei dati. Altro elemento che Apple dovrà correggere, è una clausola che consente di utilizzare commenti e altri contenuti prodotti dagli utenti di tutto il mondo, gratuitamente e in modo perenne.
UFC-Que Choisir evidenzia che Facebook e Google non hanno fatto appello in occasioni di sentenze simili nel 2018 e nel 2019, in differenti procedimenti legali avviati dall’associazione. I legali della multinazionale di Cupertino hanno presentato documentazione per dimostrare che il loro modello commerciale non si basa sullo sfruttamento dei dati personali, ma evidentemente le argomentazioni non sono state ritenute valide.
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