Le indiscrezioni circolano da anni e ora c’è la quasi certezza. Apple annuncerà la transizione dei Mac ai processori ARM in occasione della conferenza per sviluppatori WWDC 2020 che quest’anno si terrà in formato virtuale a partire dal 22 giugno.
Il rumor secondo il quale Apple annuncerà il passaggio ai chip con architettura ARM per Mac questa volta è confermato da Mark Gurman, il redattore di Bloomberg che ha più volte dimostrato di avere ottimi agganci con la Casa di Cupertino o con fornitori molto vicini alla Casa di Cupertino.
Non è la prima volta che Apple effettua lo “switch” ad architettura differenti. Lo ha già fatto gli anni ’90 con il passaggio delle CPU Motorola a PowerPC, e lo schema che seguirà l’azienda, sarà probabilmente lo stesso visto a giugno del 2005 quando Steve Jobs annunciò un nuovo “switch” con il passaggio dai processori PowerPC agli Intel, con i primi iMac e MacBook Pro con CPU Core Duo di Intel disponibili a gennaio dell’anno seguente, seguiti nei mesi successivi da tutti gli altri.
Chi ci perde
A perderci con il passare del tempo sarà sicuramente Intel. Apple vanta un market share più o meno del 10% a livello globale. Non sono numeri piccoli e perdere un cliente del genere per Intel non è una buona pubblicità. D’altra parte non è solo Apple a essere stanca della dipendenza di Intel e aziende come Microsoft, Samsung, Lenovo e altre ancora, hanno creato o stanno per commercializzare anche loro prodotti con CPU ARM-based. Si vocifera da tempo che anche Qualcomm voglia provare l’ingresso nel settore PC con sue proposte che sfrutteranno CPU ARM based e varie aziende in ambito server stanno sempre più ponderando soluzioni con architettura ARM.
Chi ci guadagna
Apple avrebbe il vantaggio di avere maggiore libertà, avrebbe la possibilità di sfruttare una più stretta integrazione tra hardware e software, ridurre i costi, creare sue GPU, non dipendere dalla roadmap Intel, offrire dispositivi con maggiore autonomia, minori consumi, creare prodotti che possono differenziarsi a livello hardware con i PC Windows.
A guadagnarci sarà ovviamente anche TSMC, la più grande fabbrica indipendente di semiconduttori al mondo, nota per la produzione dei SoC serie Ax per conto di Apple, fonderia che vanta impianti di produzione con avanzatissimi processi produttivi per la creazione di chip con una densità che Intel ancora non è riuscita ad eguagliare.
Quello che sappiamo e possiamo ipotizzare
– Apple userà suoi processori, nome in codice Kalamata, che dovrebbero essere presentati il 22 giugno
– Gli sviluppatori avranno tempo di predisporre le applicazioni: i Mac con CPU ARM-based dovrebbero arrivare nel 2021 e software house come Adobe (Photoshop, Illustrator, InDesign, ecc.) e Microsoft (Office), avranno modo di ottimizzare e compilare i loro software per la nuova architettura.
– Per alcuni sviluppatori sfruttare la nuova architettura sarà relativamente semplice: la strada sarà probabilmente in discesa per chi già sviluppa app per iPad e iPhone; molto probabilmente Apple offrirà strumenti per semplificare ancora il passaggio alla nuova architettura e ottimizzare la velocità tenendo conto di GPU e NPU (acceleratori per l’IA integrati nei SoC Ax di nuova generazione).
– La compatibilità con i software attuali potrebbe essere offerta in modo trasparente con un emulatore, alla stregua di Rosetta, emulatore software che permetteva alle macchine dotate di processori x86 Intel di utilizzare il software compilato per PowerPC.
Il completamento della transizione da PowerPC a Intel ha richiesto circa due anni. Sarà probabilmente necessario altrettanto tempo per affinare le varie tecnologie per gli sviluppatori, avere software ottimizzati che funzionano senza emulazione. Restano da chiarire vari elementi (cosa succederà, ad esempio, con le periferiche Thunderbolt?) e dobbiamo attendere la WWDC per saperne di più…