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Recensione Polaroid Now, il fascino della fotografia istantanea nel 2020

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Quando mi è stata offerta la possibilità di provare la nuovissima Polaroid Now, non stavo più nella pelle. Ho pensato: Wow, quando avevo l’età per poter fare foto, l’unica cosa che mi fu concessa era una di quelle Kodak usa-e-getta da portare in gita scolastica. Ho dovuto aspettare il digitale e la gratuità delle fotografie illimitate che questa tecnologia concede, per poter finalmente dare sfogo a quella che poi è diventata una gran bella passione. Ho sempre visto la Polaroid come uno di quei pezzi da museo, da contemplare a distanza e con una certa riverenza: d’altronde ha fatto la storia. Provarne una quindi è stato un po’ come avere la possibilità di viaggiare nel tempo e provare l’ebrezza di scattare una fotografia che, nel caso della Polaroid Now, dopo appena quindici minuti è pronta per poter essere toccata con mano.

Recensione Polaroid Now, il fascino della fotografia istantanea nel 2020

Insomma, si crea la composizione dell’immagine guardando la scena dal mirino, rigorosamente ottico; quando si è pronti si schiaccia il pulsante rosso, si tira fuori la fotografia appena sfornata, avendo cura di infilarla in una tasca bella buia, e si attende lo sviluppo automatico dell’immagine. Niente fila dal fotografo, nessuna attesa per stamparla appena rientrati a casa, nessun accessorio esterno da collegare in Bluetooth allo smartphone stampare le foto in mobilità. Si fa tutto da qui, ma dopo aver consumato due pacchetti di foto a nostra disposizione ci siamo chiesti: ne è valsa la pena?

Che corpo grande che hai: è per scattare meglio?

Non si può negare che Polaroid Now sia una gran bella bestiolina. Forse anche troppo, visto che picchiettandola qui e là, dentro sembra esserci un bel po’ di spazio vuoto. Non sembra in effetti tanto diversa dall’originale di cui ne replica il design. Ma il punto è proprio questo. Non si sta affatto combinando la bellezza dell’istantanea con la miniaturizzazione delle tecnologie più recenti: per qualcosa del genere, meglio una Polaroid Snap o una stampante Bluetooth come la Polaroid Zip. Polaroid Now è una vera e propria imitazione dell’unica e originale Polaroid dei bei tempi andati, a partire dalla forma e dagli ingombri: chi la sceglie, dovrebbe farlo proprio per questo.

Perché accettarne gli ingombri è parte fondamentale della sua esperienza d’uso. Non si mette in tasca, e pure nello zaino può essere un problema. Serve necessariamente una custodia (magari come questa, tanto per mantenere uniformità nello stile) altrimenti si rischia di graffiare l’obiettivo, oppure va tenuta costantemente appesa al collo. E qui, se si utilizzano gli accessori in dotazione, c’è un altro compromesso da accettare.

La qualità della tracolla è davvero scadente: si tratta di un anonimo laccio di nylon intrecciato da pochi euro piuttosto resistente alla tensione, ma è troppo sottile, il tessuto è rigido e con il peso non indifferente della fotocamera che insiste sul collo, fidatevi, non c’è da andarne contenti. Sarebbe bastato un rinforzo in morbida stoffa sul punto di appoggio, meglio ancora se con un sovrapprezzo di cinque o dieci euro fosse stata inclusa una tracolla dotata di fascia più ampia, magari anche con il marchio dell’azienda in bella vista, tanto per dare continuità all’iconico stile alla fotocamera.

L’impugnatura è un’altra componente di questa fotocamera che va commentata. Perché a meno che non siate abili contorsionisti con le dita, con una sola mano non la usate. Va sostenuta col palmo della mano perché con l’altra bisogna schiacciare il tasto di scatto. Non tanto per il peso quanto proprio per il modo di tenerla in sicurezza da una mano sola. Viene naturale mettere qualche dita davanti ma poi si occlude la feritoia dalla quale fuoriesce la pellicola, quindi non se ne parla. Il rischio di inceppare qualcosa è troppo grosso. Provando a giocarci un po’ tra le mani qualche possibilità a una mano vien fuori, ma c’è sempre qualcosa che non va: magari si sbilancia troppo da una parte, oppure si oscura in parte il flash.

Non disattivate il flash!

Approfittiamo del fatto che lo abbiamo nominato per raccontarvi la nostra tragica esperienza con questa componente purtroppo fondamentale della Polaroid Now. Per impostazione predefinita, è attivo all’accensione e si riattiva dopo ogni scatto anche se lo disattivate. Non c’è alcuna possibilità di invertire il funzionamento, cioè averlo sempre spento ed accenderlo solo all’occorrenza. Ed è un bene. I primi scatti che abbiamo effettuato in casa, infatti, sono andati “bruciati”. Pellicola completamente nera. Con Polaroid Now bisogna completamente dimenticare l’approccio alla fotografia digitale, quella che con un click ci fa correggere l’esposizione senza danneggiare troppo l’immagine.

Se la stanza non è illuminata a giorno, c’è il rischio concreto di sprecare preziosi scatti ed è il motivo per cui molto probabilmente l’azienda ha deciso di lasciarlo sempre attivo. Quindi bisogna anche convivere con il fatto che molte delle foto che andremo a scattare saranno irrimediabilmente “inquinate” dalla luce frontale che appiattisce ombre e volti. O così, o la foto sfornata sarà da buttare.

Recensione Polaroid Now, il fascino della fotografia istantanea nel 2020

La nostalgia delle pellicole di una volta

Probabilmente avete già in mente il gesto di scuotere all’aria la pellicola appena sfornata: lo avrete visto fare in un film oppure, se avete l’età giusta, magari lo avete fatto voi stessi diversi decenni fa con la vecchia Polaroid. Ok, scordatevelo. Non solo si tratta di un falso mito smentito dalla stessa Polaroid (Sventolare la pellicola provoca un mescolamento dei colori contenuti nei piccoli serbatoi presenti su ciascuna posa, che vengono “esplosi” dopo lo scatto) ma se lo fate vi ritroverete in mano con uno scatto completamente nero, perché la pellicola ha assorbito la luce che invece deve evitare nella maniera più assoluta per i primi quindici minuti di vita.

Quando si scatta una fotografia, la pellicola fuoriesce quasi completamente dall’apertura e grazie ad un sottile film arrotolabile (che non va strappato, perché fa parte della fotocamera stessa, mi raccomando!), resta coperta e in sede fino a quando non viene presa tra le mani. Se si decide di toglierla da lì…zac! Va messa immediatamente dentro una tasca del cappotto bella buia, tra le pagine di un’agenda oppure a faccia in giù su un tavolo, se cen’è uno nei paraggi. Meglio dentro una scatolina, magari su misura delle pellicole se riuscite a reperirla, se si prevede di scattare subito altre foto.

E’ un peccato che questa sia l’unica opzione attualmente disponibile. Perché con la bancarotta dell’azienda è andata persa anche la ricetta “magica” delle pellicole di una volta, quelle che basta scuotere all’aria per pochi minuti. Adesso invece si deve convivere con l’incubo dell’ambiente buio in cui deve essere deposta la fotografia per ben quindici minuti, un’attesa infinita se il soggetto da fotografare è sfuggente: sarà venuta bene?

Modalità tartaruga

Il dubbio è lecito non solo per i problemi di flash precedentemente descritti. La questione adesso è il tempo. Non quello di scatto, che non si può regolare perché si tratta in tutto e per tutto di una fotocamera automatica. Ma del tempo da gestire da quando si schiaccia il tasto di scatto alla fuoriuscita della pellicola. Il consiglio è uno solo: siate tartarughe. Lenti, lentissimi, meglio ancora se immobili. Se state fotografando un oggetto che tenete in mano (come nell’esempio della tazza o del fiore che trovate tra gli scatti di prova) tenetelo fermo per tutto il tempo. Non basta sentire il clack per togliere tutto, perché è questione di millisecondi e la rappresentazione del soggetto, anche quello più inanimato, sarà un inevitabile mosso o alla meglio risulterà decentrato.

Il capriccio del mirino

Decentrato: già, questa potrebbe essere la parola giusta con cui definire l’inquadratura, altro punto da tenere a mente quando si scatta con la Polaroid Now. Perché quel che state incorniciando col mirino non è ciò che verrà rappresentato dalla fotografia. Rendiamo più chiaro il concetto con un esempio. Immaginate di avere di fronte un poster tutto rosso, di forma quadrata, fissato ad una parete completamente bianca. Lo inquadrate con il mirino della fotocamera avvicinandovi alla giusta distanza, in modo da far aderire ben bene le cornici lungo tutti e quattro i lati, facendo cioè sparire completamente dalla vista il muro che lo circonda. Scattate rispettando con scrupolo tutte le indicazioni di cui vi abbiamo parlato fino a questo momento, quindi flash acceso, modalità tartaruga e pellicola al buio per 15 minuti.

Nella fotografia che ottenete, il poster avrà una discreta cornice di muro intorno e sarà, appunto, decentrato: anziché al centro si troverà un po’ più in alto. Insomma, questo significa che rispetto a quel che vedete nel mirino c’è da considerare che verrà fotografato anche un po’ di ambiente intorno, in porzione maggiore sulla parte bassa del fotogramma.

Recensione Polaroid Now, il fascino della fotografia istantanea nel 2020

Istruzioni al risparmio

Va bene, direte voi, ma tanto è tutto spiegato nel manuale delle istruzioni. Neanche per sogno. A questo proposito l’unica cosa che avete modo di leggere è un foglio a colori, stampato su ambo i lati, con poche indicazioni accompagnate da un’immagine rappresentativa per ciascuna, rigorosamente in inglese (e poche altre lingue: l’italiano non è contemplato. O meglio, non qui: continuate pure a leggere). Da un lato, ci viene detto come accenderla, come caricare le pellicole e quindi come preparare la macchina al primo utilizzo, come controllare il flash e come gestire la foto subito dopo lo scatto. Dall’altro lato vengono semplicemente elencate le pellicole compatibili con la fotocamera e l’elenco delle varie parti che compongono. Lo riprendiamo adesso in mano, tanto per citarne qualcuna: pulsante di scatto, obiettivo, flash, mirino, autoscatto e doppia esposizione*…Si è appena accesa una lampadina.

Stiamo scoprendo in questo momento che il pulsante per l’autoscatto, che abbiamo usato per alcune prove, può essere usato anche come pulsante per la doppia esposizione, una funzione appena citata nel foglio di accompagnamento della fotocamera e con un asterisco che rimanda ad una piccolissima scritta in fondo, dove si legge “Scopri maggiori funzionalità scaricando il manuale completo su polaroid.com/now-manual“, disponibile anche nella nostra lingua.

Recensione Polaroid Now, il fascino della fotografia istantanea nel 2020

Basta scaricarlo per scoprire ad esempio che «Inquadratura: Tieni presente che la foto non rifletterà mai esattamente ciò che vedi attraverso il mirino. Per i soggetti più vicini di 1,2 m è necessario regolare leggermente verso l’alto e a sinistra l’inquadratura» e soprattutto che «Doppia esposizione: Esprimiti in modi diversi e originali con la funzione di doppia esposizione, che permette di combinare due immagini in una sola foto. Premi due volte il pulsante dell’autoscatto per attivare la modalità di doppia esposizione. Sul display lampeggerà ‘1’ fino al primo scatto, quindi ‘2’ fino al secondo scatto».

Ok, errore nostro, avremmo dovuto passare al setaccio il foglio illustrativo sotto la lente d’ingrandimento e ci saremmo sicuramente divertiti di più. Ma perché non inserirlo in forma cartacea, visto che sono soltanto undici paginette? (in realtà, tolta la copertina e qualche altra pagina generica, quelle utili sono appena cinque).

Ecologia-non-so-cosa-sia

C’è un aspetto su cui bisogna prestare particolarmente attenzione, specialmente nel 2020, a cinquant’anni esatti dall’istituzione della Giornata della Terra, con cui si celebra l’ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra. Viviamo nel pieno di un periodo che è stato definito Antropocene per la massiccia influenza umana su tutto ciò che ci circonda, e Polaroid Now non fa nulla per migliorare la situazione. Due sono gli aspetti che, in quest’ottica, andrebbero necessariamente rivisti.

Uno: la batteria. E’ ricaricabile e ne siamo tutti felici. Ma nel momento in cui perderà di efficacia non c’è modo di sostituirla, almeno non senza l’intervento di un esperto, perché non sono previsti sportellini o viti di alcun tipo. Non sarebbe stato meglio mantenere il sistema di ricarica utilizzando però delle batterie stilo ricaricabili e facilmente sostituibili?

Due: le pellicole. Tolte dalla busta, ci ritroviamo in mano un cassetto di plastica da inserire nell’apposito alloggiamento. Chiuso lo sportellino della Polaroid Now, la fotocamera ci restituisce automaticamente un cartoncino protettivo che libera la prima pellicola per essere subito pronti a scattare. Il cartoncino possiamo buttarlo pure nel cestino della carta. Finiti gli scatti, va sostituito l’intero cassetto con uno nuovo carico di pellicole vergini.

Il cassettino? Irrimediabilmente nell’indifferenziata. Perché a meno che non vogliate dilettarvi nel farlo a pezzi con tronchesi e martello, non è possibile separare il telaio di plastica dal sistema di espulsione delle pellicole in metallo e dal cartoncino di carta sul fondo che protegge il dorso dell’ultimo scatto. Non solo è indifferenziabile, ma pure uno spreco di componenti inutili. Davvero non è stato possibile prevedere l’impiego di un cassettino riutilizzabile sul quale caricare semplicemente le pellicole? Eddai, Polaroid!

Ultimo compromesso, lo giuro

C’è infine un’ultima cosa da tenere di conto. Il costo delle pellicole. Ammesso e concesso che siate più abili di questo cronista nello scattare con una fotocamera istantanea e non sprechiate mai neanche una pellicola, sappiate che state pagando almeno due euro per una foto avente 8,8 centimetri di larghezza e 10,8 centimetri in altezza e la cui area stampata è pari a 7,9 x 7,9 centimetri. Un costo, quello del kit di 8 foto vendute sullo store ufficiale al prezzo di 16,99 euro, che alla fine viene giustificato soltanto dall’immediatezza dello scatto pronto in quindici minuti.

Perché per quanto riguarda la qualità degli scatti, la risoluzione è più che bassa, i dettagli neanche a parlarne. I colori, quelli si, la simulazione con lo stile vintage c’è tutta. Anche la foto di un anacronistico iPhone 4, stampata in 10×15 per 20 centesimi, supera di gran lunga anche lo scatto meglio riuscito della Polaroid Now. Basta avere la pazienza di far sviluppare le foto scattate con lo smartphone in un centro specializzato. Anche perché oggi replicare l’effetto quadrato con cornice bianca e filtro retrò annesso, è questione di app e nient’altro.

Conclusioni

Quale può essere allora la ragione di fondo che dovrebbe spingere all’acquisto di Polaroid Now? Per rispondere alla domanda iniziale, se cioè ne vale la pena, bisogna mettere sul piatto della bilancia l’approccio analogico alla fotografia e il gusto impareggiabile di avere su carta – una buonissima carta fotografica, per altro – la scena vista quindici minuti prima attraverso il mirino. Con Polaroid Now anziché Snap o Zip, aggiungete pure il fascino del design di un oggetto intramontabile. Il suo segreto è tutto qui.

Recensione Polaroid Now, il fascino della fotografia istantanea nel 2020

Pro

Il fascino dell’originale Polaroid, la foto pronta subito e l’approccio analogico alla fotografia

Contro

Il mirino impreciso, la qualità della tracolla e degli scatti, l’ingombro, la gestione al buio delle pellicole, l’impugnatura scomoda, l’aspetto poco ecologico, il costo non indifferente delle pellicole

Prezzo al pubblico

Mentre il costo delle pellicole compatibili – le Polaroid 600 oppure le Polaroid i-Type – oscilla tra i 16 e 20 euro in base alla versione e all’effetto scelto, il costo della Polaroid Now, disponibile in diverse colorazioni, è di 129,99 euro. La trovate anche su Amazon.

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