I formati Office Open XML stanno venendo adottati rapidamente su piattaforme multiple e da prodotti provenienti da una vasta gamma di fornitori di Information Technology. Lo standard proposto da Microsoft ha guadagnato un’ampia adozione da parte dell’industria del software per l’utilizzo su svariate piattaforme – inclusi Linux, Windows, Mac OS e Palm OS. Importanti produttori come Apple, Corel, Sun, Microsoft e Novell – stanno sviluppando soluzioni che utilizzano Open XML.
Microsoft ha però incassato una prima sconfitta nella battaglia che la vede impegnata nel far riconoscere all’ISO (International Organization for Standardization) il nuovo formato. I principali oppositori sono alcuni membri comunitari e quelli dell’AFNOR (l’organizzazione francese con finalità simili a quelle dei membri dell’ISO).
Dai risultati del voto emerge che 51 membri ISO, rappresentanti il 74 percento di tutti i voti cosiddetti qualificati, hanno dichiarato il loro sostegno alla ratifica. Tra i membri comunitari che hanno votato a favore, vi sono: Portogallo, Svizzera e Germania. Come facilmente prevedibile, quasi tutte le aziende americane hanno, invece, dato il loro consenso. Essendo comunque stata oltrepassata la quota dei dissensi, il riconoscimento non è stato – per ora – concesso. La conclusione della fase finale del processo, definita di “ballot resolution” è, infatti, prevista nel marzo 2008.
La soluzione proposta dai responsabili dell’ISO è ad ogni modo interessante e consisterebbe nel dividere l’O.XML in due tronconi: il core, capace di assicurare la compatibilità con l’Open Document già a norma ISO, integrato da alcune estensioni in grado di accogliere le specifiche dei programmi proprietari Microsoft in modo da assicurare la compatibilità verso il basso.
[A cura di Mauro Notarianni]