Apple sta pianificando il ritorno di alcuni dipendenti al quartier generale di Cupertino mentre altri continueranno a lavorare da casa per tutto il 2020 per via del COVID-19.
La Mela sta pianificando il ritorno di alcuni dipendenti in vari uffici, inclusi tantissimi che normalmene lanvorano nel campus di Apple Park. La prima fase prevede il ritorno di membri dello staff che non possono lavorare da remoto o hanno difficoltà a farlo, ed è già iniziata in alcune regioni; altri dipendenti ritorneranno in importanti uffici tra la fine di maggio e l’inizio di giugno.
Una seconda fase – programmata per luglio – prevede il ritorno di altri impiegati ancora nei vari uffici di tutto il mondo. Negli Stati Uniti Apple ha sedi in città come New York, Los Angeles, Austin, Texas, San Diego e Boulder (Colorado). Il ritorno al calendario lavorativo non è ben definito – ha riferito una fonte non meglio precisata a Bloomberg – e possono esserci modifiche in considerazione di decisioni statali e locali che prevedono l’obbligo di rimanere a casa.
Questa settimana i dirigenti senior hanno cominciato a comunicare ai dipendenti se fanno parte della prima fase o una della parte successiva del processo. Ai dipendenti che ritornano nelle sedi sarebbe stato chiesto di lavorare con regolarità o solo per determinati periodi, secondo il loro ruolo. L’approccio di Apple è diverso da quello adottato da altri big del settore, evidenziando la necessità di incontri di persona con colleghi e lo sviluppo di prodotti sul campo, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo di prodotti hardware sui quali non sempre si può lavorare in remoto.
Facebook e Google hanno riferito ai dipendenti che potranno lavorare da casa per tutto il 2020; Amazon ha riferito agli impiegati degli uffici che potranno lavorare da casa fino a fine ottobre; Twitter ha fatto sapere che, chi lo desidera, potrà lavorare da casa anche per sempre.
Le aziende prima nominate lavorano principalmente nel settore del software e dei servizi ed è dunque più semplice gestire il lavoro da remoto. Facebook, Amazon e Google hanno delle divisioni che si occupano di hardware ma sono più piccole rispetto alle attività delle quali si occupa Apple nel complesso.
La prima serie di dipendenti che ritornerà nel quartier generale sono quelli che si dedicano allo sviluppo hardware. I dipendenti che si occupano di prodotti come i previsti dispositivi per la Realtà Virtuale e Realtà Aumentata, sarebbero stati già richiamati durante il periodo che ha permesso ad altri di lavorare da casa. Diverso è il discorso per gli sviluppatori software di Apple, molti dei quali stanno continuando a lavorare da casa e alcuni dei quali stanno preparando filmati e dimostrazioni per la Worldwide Developers Conference virtuale che si svolgerà a partire dal 22 giugno.
Il CEO di Apple, Tim Cook, ha già fatto sapere ai dipendenti che la pianificazione del ritorno al lavoro sarà scaglionata. “Non ci aspettiamo, almeno per ora, che tutti tornino allo stesso momento”, ha riferito l’a.d. di Apple nel corso di una riunione virtuale, spiegando che i differenti team torneranno al lavoro con tempistiche diverse. Cook ha riferito a Bloomberg TV che il ritorno all’attività lavorative in sede prevede ad ogni modo il controllo delle temperature all’ingresso, misure di distanziamento sociale e l’uso di mascherine. L’a.d. di Apple ha anche riferito di stare valutando test sierologici per il Covid-19 da fare eseguire ai dipendenti.
Intanto Apple ha riaperto alcuni store negli Stati Uniti, a partire dai negozi in località della South Carolina, in Alabama, Alaska e Idaho. Altri store sono stati aperti in Australia, Austria, Svizzera, Corea del Sud e Germania. Nel periodo di chiusura dei negozi al dettaglio, vari dipendenti hanno lavorato da casa occupandosi di supporto tecnico telefonico.