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La tecnologia come una seconda pelle: ecco la fascia da braccio Smart

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Quando Wozniak pronosticò l’arrivo di un iWatch (era il 2008 e, con il senno di poi, a parte il nome ci aveva visto giusto) l’idea di avere un po’ di tecnologia al polso allettava qualsiasi nerd. Circa sei anni dopo fu presentato (9 settembre 2014) e poi commercializzato (24 aprile 2015) il primo Apple Watch: di smartwatch ne esistevano già diversi ma nessuno era preciso, soprattutto nella misurazione della frequenza cardiaca, quanto quello di Apple.

Da lì l’azienda ha dato modo di far capire più e più volte che la direzione presa nei confronti del dispositivo è quella di integrarsi sempre di più nella vita dell’utente tenendolo sotto controllo ed aiutandolo in special modo dal punto di vista della salute. Ma domani lo smart watch con i suoi sensori potrebbe diventare ancora più sottile ed integrato con le tecnologie simili a quelle della fascia da braccio o, se volete, manica Smart progettata dai ricercatori della North Carolina State University.

Indosseremo la tecnologia come una seconda pelle: inventata la manica Smart

Quello che può effettivamente rivoluzionare un settore in rapida espansione è nello specifico un materiale elettronico ultrasottile con capacità estensibili che lo rendono per altro permeabile ai gas e particolarmente traspirante. Insomma un tessuto, se non fosse che di materiale che attualmente compone ciò per cui si intende quel che normalmente definiamo appunto “tessuto” ha poco e nulla.

Questo particolarissimo materiale è composto da un film polimerico estensibile caratterizzato da una serie di piccolissimi fori – quasi invisibili in verità – distribuiti uniformemente. La pellicola è stata immersa in una soluzione con nanofili d’argento e poi pressata a caldo per sigillarli completamente.

«Il metodo che abbiamo utilizzato per creare questo materiale è molto importante perché si tratta di un processo piuttosto semplice da replicare» ha dichiarato Yong Zhu, uno degli autori della ricerca – nonché professore di ingegneria meccanica e aerospaziale. L’idea, spiega, è quella di impiegarlo per tecnologie biomediche e indossabili ed il fatto che funzioni è stato attualmente dimostrato trasformando questa sorta di manica Smart in un controller per giocare a Tetris.

Come dicevamo l’obiettivo è molto più ambizioso della semplice periferica per videogiocatori incalliti. Il punto è che la traspirabilità e l’elasticità di questo materiale, oltre a rendere la tecnologia più comoda da indossare, fanno sì che possa essere tenuta addosso anche per più tempo senza irritare la pelle che, per l’appunto, può lasciar evaporare il sudore senza impedimenti.

Si va da possibili impieghi in elettrocardiografia (ECG) ed elettromiografia (EMG) alla realizzazione di interfacce uomo-macchina, come nell’esempio del controller per il Tetris di cui sopra «Se vogliamo creare sensori indossabili o interfacce utente che possono essere indossate per un periodo di tempo significativo, abbiamo bisogno di materiali elettronici permeabili al gas» spiega Zhu «Quindi questo è un significativo passo avanti».

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