Brutte notizie per quelle poche decine di milioni di utenti che ogni giorno tengono occupato per circa metà del carico di lavoro i router attraverso i quali passa il flusso di dati di Internet utilizzando ED2K.
Da un po’ di tempo, infatti, si stanno spegnendo alcuni dei fari che illuminano la rotta per chi cerca materiale di vario genere e provenienza.
A far “saltare” i server tedeschi è stata una corte del tribunale di Amburgo, che ha stabilito a quale risarcimento danni si espongono i violatori del copyright sulla musica scaricata illegalmente attraverso questa rete. Si tratta di 28 mila dollari (20 mila euro) a canzone e questo ha comprensibilmente spinto gli amministratori delle reti ED2K a darci un taglio piuttosto rapidamente.
La nuova tendenza che emerge dalla Germania, e che è inedita in Europa rispetto alle politiche statunitensi di prevenzione del “crimine informatica per lesa maestà discografica”, è quella di perseguire anche chi “facilita” lo scambio, vale a dire gli amministratori di server tra i cui servizi attivi vi siano gli application server ED2K.
Tempi grami per i maniaci della copia che si servono abitualmente di queste tecnologie, perché i server tedeschi avevano un ruolo da vero e proprio pivot nella gestione delle liste dei vari server minori e quindi la loro scomparsa è in qualche maniera un vero e proprio “colpo” – non mortale ma doloroso.
La vicenda segue di pochi giorni quella della sorte di una delle società che si occupano, per conto di case discografiche e cinematografiche, di inserire nelle reti P2P contenuti “avvelenati” (cioè contraffatti) facendo perdere così credibilità alle reti di scambisti digitali. La suddetta società si è vista “rubare” 500 MB di email che sono state messe in circolo su BitTorrent, un altro sistema
di scambio di file digitali, rovinando così la tattica “a sorpresa” e vendicando – per così dire – occhio per occhio e dente per dente la pratica dell’avvelenamento giudicata scorretta dagli scambisti digitali.