Negli USA il periodo di blocco delle attività causato dalla pandemia del COVID-19 ha portato un beneficio diretto alle piattaforme di video streaming, che hanno rilevato un incremento degli abbonamenti a partire dallo scorso mese di marzo.
Secondo un sondaggio condotto da The Wall Street Journal e Harris Poll su 2000 persone, la spesa per i contenuti video in streaming è salita a 37 dollari al mese, rispetto ai 30 dello scorso novembre.
Apple TV+ è fra le piattaforme che hanno meno beneficiato di questo incremento: secondo i risultati del sondaggio solo l’11% delle persone che hanno acquistato un servizio di streaming video lo scorso marzo ha deciso di sottoscrivere un nuovo abbonamento a Apple TV+.
Fanno meglio tutti principali concorrenti: Netflix domina con il 30%, seguita da Amazon Prime Video con il 23%, Hulu con il 21%, Disney+ (che in cinque mesi ha raggiunto 50 milioni di abbonati globali) con il 20% ed HBO Now con il 13%.
Lo svantaggio principale di Apple TV+ risiede nella libreria di contenuti, al momento al palo per via del blocco delle produzioni. La seconda stagione del programma più popolare di Apple TV +, “The Morning Show”, con Jennifer Aniston e Reese Witherspoon, è al momento interrotta, così come molti altri show riservati al servizio di streaming Apple.
Lo stesso blocco ha colpito anche piattaforme avversarie come Netflix, Amazon Prime e Disney+, ma queste possono contare su una libreria di contenuti già esistenti di gran lunga più ampia rispetto al servizio della Mela.
“Senza nuovi contenuti originali, è difficile capire quale stimolo possa avere un nuovo abbonato”, ha dichiarato Steven Cahall, analista di Wells Fargo & Co., a proposito di Apple TV+. Al contrario, ha aggiunto, “anche se la Disney non avesse nuovi contenuti per un anno, i nuovo abbonati arriverebbero anche solo per il catalogo esistente”.
Il blocco economico rappresenta una minaccia per le piattaforme di video streaming, che al momento possono continuare a produrre solo pochi contenuti, in particolare i contenuti che non necessitano l’interazione sociale (si pensi ad esempio film e serie animate).
Per Apple però questo problema appare più acuto per la mancanza di un’offerta storica insufficiente a intrattenere il pubblico desideroso di novità, debolezza che nel caso di un prolungamento nel blocco delle produzioni, potrebbe minare la crescita del servizio.