Su eWeek è apparso un interessante articolo nel quale si afferma, in sostanza, che Apple potrebbe trarre vari benefici nel mercato dei server enterprise dalla recente sentenza della Corte Europea contro Microsoft.
Come ricorderete, nei giorni passati la Corte europea ha respinto l’appello presentato dalla Microsoft contro la multa inflitta all’azienda di Redmond nel marzo 2004, quando la Commissione di Bruxelles la ritenne colpevole di violazione delle norme antitrust imponendo il pagamento di 497 milioni di euro. La contestazione riguardava in particolare la vendita di Windows con Media Player, particolare ritenuto in grado di danneggiare gli altri produttori di software.
Il ricorso presentato dalla Microsoft era articolato in diversi punti, tutti bocciati dalla Corte ad eccezione fatta per la richiesta di annullare la proposta della Commissione di nominare un gruppo di esperti incaricato di vigilare sul rispetto delle disposizioni comunitarie e sulla possibilità di avere libero accesso a informazioni, documenti e ai codici sorgente.
Gli altri due punti della decisione della Commissione europea confermati dalla sentenza in questione sono: l’obbligo per Microsoft di commercializzare una versione di Windows senza il Media Player e l’obbligo di “fornire informazioni circa l’interoperabilità dei software concorrenti con Windows”. Quest’ultimo punto in particolare * fa notare l’analisi di eWeek, potrebbe creare dei benefici per Apple; attualmente, infatti, Mac OS X, Linux e i server *NIX, possono accedere solo a un subset (una parte) di funzionalità degli ambienti omogenei sulle quali sono presenti PC con Windows.
In un ambiente Microsoft-centrico è invece possibile controllare tutto, dai semplici sfondi di scrivania a cosa ogni singolo computer deve fare dopo ogni log (da un punto di vista di gestione “enterprise” è fondamentale poter amministrare e/o bloccare i vari client).
L’accesso al codice sorgente di alcune parti di Windows potrebbe permettere ai prodotti server di Apple (Mac OS X Server e XServe) di ottenere l’accesso a funzionalità finora controllabili solo ed esclusivamente da PC con Windows.
L’attuale l’interoperabilità (condivisione e stampa su risorse condivise, ad esempio) su Mac OS X attualmente è ottenuta sfruttando i protocolli SAMBA, progetto open source che fornisce servizi di condivisione di file e stampanti a client SMB/CIFS. L’accesso ai sorgenti Microsoft consentirebbe l’implementazione di soluzioni più integrate, efficienti, avanzate ed economiche rispetto a quelle Microsoft; un network con client e server Windows richiede, infatti, l’acquisto delle licenze per ogni singolo PC. Apple, invece, ha una politica di licenze con costi molto più bassi: 499$ per 10 client e 999$ per un numero illimitato di client; Microsoft non ha un sistema che prevede il licensing per un numero illimitato di client.
La riduzione dei costi, la perfetta l’interoperabilità con i sistemi Microsoft e una maggiore attenzione da parte di Apple per il mercato enterprise potrebbero dare lo stimolo definitivo a questo (lucroso) e potenzialmente immenso mercato. Se Apple ha orecchie per intendere…
[A cura di Mauro Notarianni]