È grande, senza dubbio, il monitorPhilips PHL 439P9H e non si nasconde dietro linee sinuose o soluzioni di design particolarmente ricercate a fronte di una interessante serie di soluzioni tecnologiche al suo interno. Il modello è tutta una scoperta: webcam integrata, doppia porta USB-C, curvatura e switch USB, per un po’ è stato il migliore amico del nostro Mac mini.
Philips PHL 439P9H, la recensione
Montaggio semplice, ma serve organizzarsi
Dentro la scatola il display arriva in tre pezzi, uno per la pedana, uno il braccio e un terzo è il display vero e proprio: qualche vite qua e la e il tutto si monta in una decina di minuti.
Già dalla scatola però si capisce che serve uno spazio di lavoro importante perché muovere il display non è semplice, con i suoi 14,37 Kg è un impegno non da poco, considerata anche il volume che occupa: per fortuna, modelli di questo tipo non è che si spostano molto dalla scrivania una volta messi li.
Design
Il design del Philips PHL 439P9H è costruito da tre parti, delle quali una è appunto il display: questo è dato da una copertura in plastica nera satinata nel lato posteriore, e un pannello con bordi di 1 cm nel lato superiore ed esterno, e di 2,5 in quello inferiore, dove trova posto anche il marchio.
Il braccio e la pedana, in metallo, sono divisi in due parti, per consentire la rotazione del display di circa 20° sin entrambe le direzioni e una rotazione verticale di circa 10°.
La solidità del braccio e del pannello sono ineccepibili, a fronte di un peso non da poco, i movimenti sono precisi e stabili nel tempo.
L’impegno sulla scrivania dicevamo è importante, perché si tratta di un modello che è grande 1058×460 mm, con una altezza che varia da 137 a 303 mm: la base, da sola, offre un ingombro di 29×39 cm (seppure al suo interno potete appoggiare alcune cose, come ad esempio un Mac mini, che ci sta perfettamente).
Due display in uno
Il display del Philips PHL 439P9H riporta 3840 x 1200 pixel a 100 Hz (43” in 32:10) a 93 PPI e un contrasto tipico di 3000:1. Valori importanti, che però riportati alla dimensione sono qualche cosa di più di due display FullHD affiancati (a parte la curvatura), per esempio due PHILIPS B-Line 243B9 che abbiamo recensito poche settimane fa, seppure qui la qualità è migliore.
Il supporto colore parla di 1,07 miliardi di colori NTSC 105%, sRGB 123%, Adobe RGB 91%, quindi adatti a fare grafica vettoriale, progettazione, impaginazione e Office ma non fotoritocco (se non superficiale).
La cosa più interessante è senza dubbio la curvatura: in effetti display curvi non ce ne sono molti, la moda s’è un po’ allentata rispetto a qualche anno fa, ma non è male.
Guardando un film o giocando non ci si accorge, ma quando si usano Applicazioni professionali con molte palette o si organizzano documenti nel Finder, muovere un elemento da destra a sinistra offre una sensazione molto strana e piacevole, come una specie di scivolo (dato anche dalla estrema lunghezza del movimento).
Collegamenti
I collegamenti invece sono stati una vera sorpresa, sopratutto per la versatilità, anche se non mancano zone d’ombra.
Il modello dispone di 2 DisplayPort 1.4, una HDMI 2, due USB-C 3.2 Gen 1 con 90W di potenza erogata (quindi in grado di caricare correttamente tutti i MacBook e PC Windows, ad esclusione dell’ultimo MacBook Pro 16″, che si carica un po’ più lentamente), un jack audio, presa Ethernet RJ45 a 1 Gbit.
Inoltre, fa anche da switch USB per mouse e tastiera, per chi magari utilizza due computer.
In questa ottica emergono però due difetti un po’ seccanti: il primo è la posizione dei connettori, messi nella parte in basso e difficilmente raggiungibili se non andando dietro al monitor (per chi può, ricordiamo che non è facile spostare un display da 14 Kg), la seconda è lo switch che prevede l’uso del display OSD non proprio pratico (era meglio avere un pulsante dedicato).
Per il nostro Mac mini abbiamo optato per un cavo USB-C, che trasporta da solo il segnale video più quello dell’HUB USB (a cui avevamo collegato cuffie, mouse e diffusori USB).
Come funziona
Di fronte ad un prodotto del genere è lecito farsi delle domande su quale sia il modo per utilizzarlo al meglio. Su macOS con i giochi sarebbe possibile, ma non abbiamo trovato titoli che ottimizzino la risoluzione, per cui ci si trova a giocare come fosse al massimo un 16/9 (con le bande nere verticali): idem per i film, non abbiamo trovato titoli 32:10 che ottimizzino il display.
Le Applicazioni professionali (e non) invece trovano molto più gusto e soddisfazione: ad esempio, è possibile tenere aperte due aree di lavoro assieme, come Photoshop e Illustrator, una a fianco all’altra, oppure una singola area di lavoro (come Adobe InDesign, ad esempio) con tutti i pannelli aperti.
Disegnare in Illustrator è una delizia: grazie alla funzione di duplicazione della finestra, possiamo avere lo stesso documento aperto a vari ridimensionamenti, operando sul dettaglio continuando a guardare l’insieme.
Allo stesso modo, per chi lavora sul web o sui social media, è possibile avere più finestre del browser aperte (alla massima risoluzione del Finder, ci stanno tre pagine di Macitynet aperte contemporaneamente e si avanza ancora un po’ di spazio.
Così per chi usa Word, che può scrivere tenendo una o due pagine web aperte per i riferimenti o in PowerPoint, che può avere Photoshop a fianco aperto, per alcune risorse da modificare.
Ovviamente nell’utilizzo del Finder un display così largo risulta all’inizio un po’ dispersivo, ma è solo una questione d’abitudine, quando torneremo al nostro display tradizionale tutto questo spazio ci mancherà moltissimo.
Interessante anche la possibilità di utilizzare la webcam integrata (molto utile in questi tempi di lezioni a distanza e smartworking), che può scomparire meccanicamente nel display (ma rimane sempre attiva). La webcam offre una risoluzione FullHD da 2 megapixel con microfono e indicatore LED, è compatibile con Windows Hello ed è vista nativamente da Mac se il display è collegato via USB-C.
Il risultato non è il massimo, la posterizzazione c’è e anche il rumore è un po’ alto, ma come videocamera amatoriale può funzionare, per riunioni business di un certo livello forse serve un hardware dedicato.
Considerazioni
Philips PHL 439P9H è un display full optional perché ha praticamente tutto quello che gli si può chiedere: porta HDMI e USB-C, webcam incorporata, HUB USB e diffusori e anche un piccolo margine di movimento.
Certo, non si tratta di un display professionale per il ritocco fotografico e comunque necessita di una scrivania importante, ma è senza dubbio in grado di offrire ampie soddisfazioni a chi lo sceglie.
Si tratta di un prodotto inusuale, per dimensioni, per cui serve un po’ prenderci la mano, ma dopo un solo giorno di lavoro si imparano le ottimizzazioni del caso, Applicazione per Applicazione.
Il prezzo, infine, sembra allineato con le qualità del prodotto: pur non essendo un 4K vero e proprio, si apre ad una produttività verticale specie per chi lavora molto in multitasking.
Pro:
• Ampio spazio di lavoro
• Ha tutte le porte che servono
• Webcam integrata
Contro:
• Lo switch USB è un po’ macchinoso
• Le porte sono difficili da raggiungere
• Il peso è importante
Prezzo:
• 893,99 Euro
Il Philips PHL 439P9H è disponibile nel canale di vendita retail tradizionale ma si trova anche su Amazon.