Apple ha rivisto al ribasso la “guidance” per il secondo trimestre dell’anno fiscale 2020 per via del rallentamento generale nelle venite in Cina per la questione coronavirus (SARS-CoV-2) e rallentamenti nelle attività produttive che solo negli ultimi giorni sembrano risolversi.
Apple ha diffuso un comunicato per spiegare che presume di non riuscire a rispettare la guidance indicata nell’ultimo trimestre, dove annunciava per il secondo trimestre fiscale 2020 un fatturato fra 63,0 miliardi e 67,0 miliardi di dollari, margine lordo fra il 38,0 percento e il 39,0 percento, spese operative fra 9,6 miliardi e 9,7 miliardi di dollari, altre entrate/(spese) di 250 milioni di dollari e aliquota fiscale di circa 16,5 percento.
“Con la risposta alla salute pubblica per COVID-19 che continua, il nostro pensiero va alle comunità e agli individui più profondamente colpiti dalla malattia, e con quanti lavorano giorno e notte per contenere la diffusione e assistere gli ammalati”, si legge nel comunicato dell’azienda. “Apple ha più che raddoppiato le donazioni in precedenza annunciate a supporto di questa storica campagna mondiale di sanità pubblica”.
“La guidance trimestrale presentata il 28 gennaio 2020 rispecchia le migliori indicazioni disponibili all’epoca, così come le nostre migliori stime con il ritorno al ritmo produttivo che segue la fine della Festa di Primavera (il capodanno cinese, ndr), il 10 febbraio. Il lavoro sta tornando alla normalità in tutto il paese ma stiamo assistendo a un rallentamento nel ritorno alle normali condizioni rispetto a quanto avevamo previsto. Di conseguenza, prevediamo di non riuscire a rispettare le entrate di orientamento che avevamo indicato per il trimestre di marzo a causa di due fattori principali”.
“Il primo fattore è che la fornitura mondiale di iPhone sarà temporaneamente vincolata. I siti dei nostri partner di produzione per l’iPhone sono situati fuori dalla provincia di Hubei, tutte queste strutture sono state riaperte ma si stanno attivando più lentamente rispetto a quanto ci aspettassimo. La salute e il benessere di ogni persona che rende possibili realizzare questi prodotti è la nostra priorità assoluta e stiamo lavorando in piena concertazione con i nostri fornitori ed esperti di salute pubblica, proseguendo nella salita. Carenze di approvvigionamento degli iPhone pregiudicheranno temporaneamente le entrate a livello mondiale”.
Il secondo fattore, spiega Apple, è che la domanda per i prodotti in Cina ha risentito del problema coronavirus. “Tutti i nostri negozi in Cina e molti di quelli di nostri partner sono stati chiusi. Inoltre, quelli che sono rimasti aperti hanno operato con orari ridotti e con pochissima clientela. Stiamo gradualmente riaprendo i nostri negozi al dettaglio e continueremo a farlo nel modo più stabile e sicuro possibile. Gli uffici aziendali e i contact center in Cina sono aperti, e i nostri store online sono rimasti aperti”.
“All’infuori della Cina, la domanda di nostri prodotti e categorie di servizi è stata finora forte e in linea con le aspettative”.
“La situazione è in evoluzione e forniremo maggiori informazioni nella prossima conference call per gli investitori ad aprile. Apple è fondamentalmente forte e questo sconvolgimento nelle nostre attività è solo temporaneo. La nostra massima priorità – ora e sempre – è la salute e la sicurezza di dipendenti, partner della catena di approvvigionamento, clienti e delle comunità nelle quali operiamo. La nostra profonda gratitudine va alle persone impegnate in prima linea che stanno affrontando questa emergenza nella salute pubblica mondiale”.
Secondo quanto trapelato nei giorni scorsi, la diffusione del coronavirus non dovrebbe comunque influire troppo, se non altro negativamente, nei piani di Apple, che dovrebbe comunque riuscire a presentare i nuovi iPhone (tra l’altro i primi con il supporto alle reti 5G, ndr) nel mese di settembre. Al più potrebbe slittare la commercializzazione che già accaduto ad esempio con iPhone X, che fu immesso sul mercato nel mese di novembre.
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