Sono i fan che fanno il prezzo della musica, pagano quello che credono giusto, quello che si ritiene giusto che la musica valga. A scegliere questo originale, ma forse sarebbe meglio dire ‘rivoluzionario’ approccio per il lancio del loro nuovo disco sono i Radiohead che dal loro sito fanno sapere che ‘In Rainbows’ non avrà un prezzo fisso ma il costo che i fans stabiliranno. In termini pratici questo significa una cosa: che l’album sarà liberamente scaricabile (previa registrazione) dal sito in formato MP3 pagando una cifra libera che parte da 45 penny, ovvero il prezzo della transazione della carta di credito.
Secondo gli osservatori del mercato i Radiohead, band di culto, fino ad oggi non presente su iTunes (di cui sono tra i più aspri detrattori) hanno potuto permettersi questa mossa perché non hanno alcun accordo in vigore con etichette musicali per la produzione dei loro dischi. Un altro fattore che gioca a favore dei Radiohead è il fatto che la loro base di estimatori è molto fedele, vasta e particolarmente appassionata il che riduce la possibilità che il numero di coloro che scaricheranno la musica senza pagarla siano pochi; la maggior parte, anzi, non solo pagherà per la musica digitale, ma potrebbe essere indotta dal nuovo album ascoltato in digitale a comprare il boxset da 40 sterline che andrà sul mercato contemporaneamente e all’interno del quale si troveranno due album in vinile, il nuovo album in CD e un secondo CD con musica e un libretto con disegni e immagini.
Gli stessi osservatori sostengono che l’offerta a prezzo a scelta delle tracce finirà per aumentare la popolarità dei Radiohead incrementando le presenze ai concerti; l’obbligo di registrare il proprio nome darebbe alla band una base di indirizzi e uno spaccato demografico cui rivolgere campagne di marketing.
Questo nuovo modello di business, sostengono alcuni osservatori, potrebbe essere interessante anche per band meno note che fanno difficoltà a trovare una casa discografica. Distribuendo la proprio musica in formato MP3 sembra essere un buon modo per farsi conosce e costruirsi una base di appassionati ed estimatori dai quali ottenere (anche economicamente) molto più che i semplici profitti che derivano dai diritti d’autore su un disco per stampare il quale si deve forzosamente scendere a compromessi con realtà che per qualcuno sono inavvicinabili.