Sembra che molto, molto lentamente le aziende in Cina stiano tornando alla produzione ma con esito incerto a causa del coronavirus: alcuni rapporti di queste ore affermano che Foxconn abbia riaperto le porte nella fabbrica iPhone di Zhenghzou, il suo impianto più grande e importante per la produzione di terminali Apple (e non solo), anche se al momento impiegherebbe solo un decimo della forza lavoro complessiva.
Report ancora più confusi indicano che un’altra fabbrica iPhone di Foxconn a Shenzhen abbia richiesto l’autorizzazione a riprendere la produzione ma che il governo cinese e le autorità locali abbiano negato l’ok a procedere. Nelle scorse ore alcuni rapporti contrastanti hanno raccontato di presunti ordini delle autorità cinesi che vietavano la riapertura delle fabbriche a Foxconn, poi smentite. Adesso, un ultimo rapporto rapporto afferma che l’impianto più importante di Zhenghzou ha riavviato la produzione ma solamente con il 10% del personale.
Foxconn ha ricevuto il permesso di riaprire la sua struttura di Zhenghzou nella giornata odierna, secondo quanto segnala Reuters. Non si sa a che ora Foxconn abbia ricevuto l’autorizzazione, o se sia stato in grado di aprire per un turno diurno completo. I rapporti raccontano, tuttavia, che solo il 10% della forza lavoro è tornata in fabbrica.
Mentre un certo numero di dipendenti Foxconn potrebbe essere stato lontano dalla struttura durante le vacanze del Capodanno cinese, in generale il personale vive in loco. È possibile, quindi, che la cifra del 10% sia la percentuale di tutto il personale Foxconn in tutte le strutture, piuttosto che il totale per il turno esclusivamente a Zhenghzou. Non è nemmeno chiaro se le operazioni su scala ridottissima siano dovute a un limite imposto dalle autorità per ragioni sanitarie e prevenzione contro l’epidemia di coronavirus, o se invece solo il 10% dei dipendenti sia riuscito a tornare al lavoro a causa delle limitazioni sugli spostamenti e sui mezzi pubblici.
L’analista Ming-Chi Kuo ha recentemente stimato che l’interruzione causata dal coronavirus e la continua preoccupazione per la sicurezza giustificherebbe il ritorno al lavoro di un minor numero di dipendenti. Negli scorsi giorni lo stesso analista ha stimato che Zhenghzou avrebbe inizialmente accolto tra il 40% e il 60% dei lavoratori al riavvio dell’impianto.
Allo stesso modo, Kuo ritiene che lo stabilimento di Shenzhen vedrà tornare tra il 30% e il 50% della forza lavoro totale richiesta nei prossimi giorni. Di questi due stabilimenti Foxconn, Zhenghzou è ritenuto il più critico al momento perché da qui fuoriesce la maggior parte dei modelli di iPhone 11 e iPhone 11 Pro assemblati.
Tuttavia, si ritiene che Shenzhen sia il luogo in cui si sta già lavorando al prossimo “iPhone 12 “. Resta da capire quali ritardi e ripercussioni ci saranno per l’assemblaggio del prossimo iPhone 9, in precedenza previsto per marzo ma che potrebbe subire posticipi e ritardi a causa del coronavirus.