Lanciato nel 2019 il programma Apple per riparatori indipendenti è stato accolto come una passo positivo sia per espandere le riparazioni fuori dagli Apple Store e centri autorizzati, sia per i riparatori non Apple che in questo modo per la prima volta possono accedere alle stesse parti di ricambio, strumenti, formazione, manuali e schemi ufficiali.
Ora però il contratto del programma Apple per riparatori indipendenti è messo sotto torchio, accusato di contenere clausole vessatorie per i riparatori che lo sottoscrivono, persino pericolose per la sopravvivenza del negozio o del laboratorio.
Firmando il contratto infatti il riparatore indipendente deve sottostare a ispezioni Apple non annunciate. Nel caso in cui venisse scoperto l’uso di parti di ricambio non originali o che infrangono le proprietà intellettuali di Cupertino, Apple potrebbe multare il riparatore indipendente, fino a 1.000 dollari per ogni transazione effettuata durante il periodo esaminato.
Il contratto impone «avviso scritto di rilievo e facilmente visibile» sia nel negozio che nel sito web per informare che non si tratta di un riparatore autorizzato Apple. Non solo: occorre il consenso del cliente di aver compreso la differenza, perché Apple non garantisce le riparazioni effettuate da terze parti. I gruppi che in USA promuovono il diritto alle riparazioni fai da te rilevano che in questo modo non solo si spaventano i clienti ma si costringe un riparatore a fare pubblicità contro sé stesso.
Infine tra le clausole più criticate quella che permette ad Apple di ispezionare il negozio o il laboratorio anche se il riparatore decide di non partecipare più al programma Apple per riparatori indipendenti, questo fino a 5 anni dopo la fuoriuscita, obbligando comunque a conservare registri e dati degli utenti di tutti gli interventi effettuati. Occorre però rilevare che questa clausola non sembra comparire in ogni contratto di questo tipo.
Tenendo conto di quanto sopra non sorprende la stroncatura da parte della Electronic Frontier Foundation «Offrono a Apple un enorme margine di discrezionalità, impongono costi e sanzioni potenzialmente dannosi per il business all’officina di riparazione e richiedono che concedano l’accesso ad Apple senza preavviso» dichiara Kit Walsh, avvocato senior della EFF che conclude «Se firmi questo accordo, ripari i dispositivi non Apple a tuo rischio e pericolo».
Macitynet tornerà sull’argomento non appena ci saranno ulteriori dettagli o una comunicazione ufficiale di Apple sulla questione. Sulle pagine del nostro sito abbiamo parlato del diritto alle riparazioni fai da te in numerosi articoli. Per tutti gli articoli che parlano di Apple si parte da questa pagina.