La piattaforma di intelligenza artificiale BlueDot creata in Canada ha previsto e avvisato del pericolo del focolaio del virus cinese coronavirus prima di tutti. Un anticipo di diversi giorni che per queste problematiche risulta essenziale per salvare vite umane e limitarne il più possibile la diffusione.
I risultati raggiunti da BlueDot sono notevoli e promettenti. Il centro USA per il controllo e la prevenzione delle malattie, siglato CDC ha avvisato del pericolo del virus cinese coronavirus il 6 gennaio, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avvisato il pubblico con un comunicato del 9 gennaio. La piattaforma canadese BlueDot ha battuto entrambi annunciando del pericolo i propri clienti il 31 dicembre.
BlueDot è stato creato da un team di medici e programmatori combinando l’elaborazione del linguaggio naturale con tecnologie di apprendimento automatico. L’idea è partita di Kamran Khan, medico che ha vissuto in prima persona la diffusione della SARS nel 2003, malattia che lo ha spinto a escogitare un sistema migliore di prevenzione basato sulle nuove tecnologie, in grado di superare ritardi e anche le reticenze di molti governi nel divulgare tempestivamente bollettini e allarmi.
Per prevenire questi casi BlueDot analizza le notizie in 65 lingue, incluse le informazioni ufficiali sulle malattie di piante e animali, questo per prevedere e rilevare qualsiasi tipo di epidemia e la zona geografica dove si manifesta inizialmente. Khan, fondatore e CEO di BlueDot, ha dichiarato in una intervista a Wired che non vengono presi in considerazione i canali social perché qui le informazioni sono troppo confuse.
Per prevedere poi dove virus e malattie potrebbero diffondersi BlueDot ha escogitato una soluzione brillante: passa al setaccio il sistema globale di prenotazioni dei biglietti aerei. In questo modo BlueDot non solo ha previsto prima di tutti il virus cinese coronavirus, ma ha previsto correttamente che dalla zona di Wuhan in Cina si sarebbe poi diramato a Bangkok, Seul, Taipei e Tokyo nei giorni successivi.
Nel frattempo alcuni epidemiologi esperti ritengono che la diffusione del virus e le persone contagiate sono probabilmente superiori di quanto emerso ufficialmente finora. Anche Apple si è attivata sul problema: Tim Cook si è dichiarato solidale alle vittime annunciando che la multinazionale effettuerà donazioni ad associazioni e gruppi che operano sul territorio per supportare aiuti e persone contagiate.
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