Tim Cook è in Europa: è arrivato in Irlanda dove ha fatto il solito giro di cortesia incontrando, tra le altre cose, il cantautore e musicista Andrew Hozier-Byrne, gli sviluppatori del gioco WarDucks e colto l’occasione per parlare della tassazione delle multinazionali.
Sono in corso discussioni nell’ambito dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) per predisporre nuovi meccanismi che consentirebbero di tassare di più le multinazionali, tutte attente a ottimizzare la loro fiscalità, ovviamente nella correttezza legale sfruttando la possibilità di creare società controllate estere in stati a bassa fiscalità oppure manipolando i prezzi di trasferimento nelle transazioni fra la società estera e quella nazionale.
Il CEO di Apple ha dichiarato che «Il sistema fiscale globale delle società deve essere rivisto», appoggiando dunque le pratiche commerciali e il coordinamento delle politiche locali e internazionali di vari paesi membri. «Logicamente tutti sappiamo che è necessario riprogrammare il meccanismo fiscale – ha spiegato ancora Cook– Sarei sicuramente l’ultima persona a poter dire che il sistema attuale è perfetto. Sono fiducioso e ottimista che l’OCSE troverà un accordo».
Il 21 gennaio l’Ecofin discuterà la proposta fiscale da applicare alle imprese che operano sul web. Si vocifera di divisioni tra i Governi nazionali, con alcuni di questi che ammettono il rischio di tensioni nelle relazioni con gli USA, contrari a un regime fiscale differenziato per le imprese digitali. Obiettivo del Consiglio è anche appianare le divergenze e presentarsi con on una posizione comune davanti all’OCSE.
Piuttosto che una miriade di tasse locali, Cook preferirebbe una revisione del sistema europeo. Le divergenze maggiori sembrano quelle tra Stati Uniti e Francia; quest’ultima supporta una tassazione delle multinazionali più forte che, come è concepita ora, è stata definita “ingiusta” da Washington.
Tim Cook ha anche dichiarato di voler una maggiore regolamentazione in merito alla protezione dei dati, ricordando che Apple è stata uno delle prime grandi aziende ad aver adottato il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). «Pensiamo che il GDPR sia estremamente valido e non solo per l’Europa» aveva già dichiarato in passato Cook parlando delle misure europee nel settore davanti al Parlamento europeo. «Pensiamo che sia necessario, ma non è sufficiente. Dobbiamo andare oltre, è necessario riguadagnare la nostra privacy».
What an amazing welcome back to Ireland! Thank you @Hozier for sharing your music with me, and for the chance to look around the studio. Feel free to reach out if you ever need some backup vocals. 🎶 pic.twitter.com/Opfka0j2UK
— Tim Cook (@tim_cook) January 19, 2020
Nel suo tour in Irlanda Tim Cook riceverà anche un premio per conto di Apple per celebrare 40 anni di investimenti della multinazionale di Cupertino nel Paese. Non è un caso che il CEO di Apple abbia rilasciato dichiarazioni sulle modifiche della tassazione delle multinazionali in occasione del suo nuovo tour in Irlanda.
Ricordiamo che nel 2016 la Commissione europea ha dichiarato illegale l’accordo fiscale di Apple con l’Irlanda e ha ordinato alla multinazionale di Cupertino di rimborsare 13 miliardi di euro di imposte arretrate. Sia Apple che l’Irlanda stanno facendo appello alla sentenza, e ciò ha dato vita a lunghi procedimenti giudiziari.
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