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Recensione Razer DeathAdder V2, la leggenda dei mouse ha un degno successore

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Evoluzione di uno dei mouse più venduti di sempre, il Razer DeathAdder V2 eredita dai modelli precedenti le caratteristiche estetiche di design (soprattutto) ed ergonomia riviste in chiave più attuale e con un motore tutto nuovo sotto il cofano.

Novità che in gran parte sono ereditate dai modelli presentati qualche mese fa, il Razer Basilisk Ultimate e il Razer Viper Ultimate.

Recensione Razer DeathAdder V2, la leggenda dei mouse ha un degno successore

Razer DeathAdder V2, la recensione

Dieci milioni e non sentirli

Annunciato qualche giorno fa sulle nostre pagine, il nuovo Razer DeathAdder V2 porta in dote una eredità molto pesante: nella storia di questo mouse si può infatti intravedere l’evoluzione del marchio stesso di Razer, con le sue mode (anche dedicate a vari giochi, come questo), la tecnologia e il design (che dovrebbe essere sempre di Stephane Blanchard), per un prodotto che di fatto è entrato nella storia dei mouse, soprattuto da gamer.

D’altra parte nel 2019 ha raggiunto l’importante traguardo dei dieci milioni di unità vendute, un numero davvero importante per un modello che resta comunque d’Elite per prezzo e fascia di mercato.

V2, il lupo perde il pelo ma non il vizio

Ma andiamo con ordine e osserviamo da vicino questo nuovo Razer DeathAdder V2: nella scatola trova posto il mouse, un libretto di istruzioni e l’oramai iconico foglietto che accoglie l’utente “Unleash your true potential (…)” (che in italiano si traduce con “Scatenate il vostro vero potenziale”).

Il mouse è un prodotto per destrorsi con una forma molto affusolata: la pancia accentuata, la parte frontale alta con un allargamento nelle estremità richiamano il design del Razer DeathAdder Elite, seppure qui è stato rivisto nei dettagli, così come la disposizione degli 8 pulsanti programmabili è rimasta la stessa, con modifiche visibili solo nei due superiori, ora più piccoli e staccati.

Recensione Razer DeathAdder V2, la leggenda dei mouse ha un degno successore

La superficie superiore del mouse è ricavata da una unica scocca in plastica rigida porosa, mentre lateralmente trovano posto due fasce con inserti in gomma viscosa zigrinata, per migliorare la presa anche in condizioni limite, ad esempio con le mani sudate.

Il cavo speedflex è molto pratico perché non si attorciglia grazie al rivestimento in tessuto e il connettore USB-A è provvisto di una protezione in plastica per i viaggi (una finezza più estetica che altro).

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Nella parte sottostante troneggiano i piedini del mouse 100% PTFE, un materiale tipicamente adottato nelle pentole antiaderenti che qui permette uno scorrimento più veloce del mouse nelle superfici, facilitato anche dal peso, di soli 82 g, venti in meno della versione Elite.

Il test è stato effettuato su un tappetino moderno di Razer, il Gigantus, che migliora le performance di ogni mouse, oltre ad offrire una superficie piacevole al tatto, fresca in estate e temperata in inverno.

Sempre nella parte sottostante, il pulsante per il cambio di profilo dato dalla memoria onboard (5 profili) risulta molto pratico, anche se come vedremo il sistema non è ancora perfetto al 100%.

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Un cuore che batte a 20.000 DPI

La vera novità di questo Razer DeathAdder V2 sta nel chip interno, un sensore ottico Focus+ da 20.000 dpi (già visto appunto nei Razer Basilisk Ultimate e Razer Viper Ultimate), con velocità di tracciamento a 650 IPS.

Il salto dalla versione Elite, che poi è la generazione precedente (tutt’altro che vecchia comunque) è notevole: non è tanto il 20% di risoluzione in più a farsi sentire, ma quanto la precisione nella traccia (adesso del 99,6%), quasi impressionante.

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Difficile dire come funziona all’interno il sensore e se utilizza un algoritmo capace di imparare nel tempo (come si evince dalla, lasciatecelo dire, pessima traduzione del sito internet italiano) ma sicuramente si tratta di un prodotto capace di guidare un mercato molto agguerrito per precisione e accuratezza.

Infine, sensazionale la funzione Smart Tracking, che se attivata nei driver Synapse 3 (sui quali torniamo a breve) permette al mouse non solo di rilevare automaticamente al superficie sottostante e di regolare il sensore di conseguenza, ma anche di attivare il Cut-Off Asimmetrico, una funzione che migliora sensibilmente il momento in cui alziamo il mouse per meglio posizionarlo, qui capace di riconoscere appunto l’asimmetria del movimento.

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Switch ottico

Anche in questo caso lo switch ottico non è una novità assoluta (è comparso per la prima volta nel modello Razer Viper a filo), ma è davvero una gran comodità.

In teoria lo switch ottico permette di evitare lo sfarfallamento del Clic e aumenta la precisione, perché non essendoci un vero e proprio clic meccanico (ma è un sensore laser che regola lo schiacciamento), non ci sono vibrazioni: nella realtà succede che da una parte abbiamo clic sempre sicuri (funzione molto comoda quando si è in un ambiente frenetico dove non possiamo avere sempre il pieno controllo e molto gioca sul centesimo di secondo, come in un gioco di squadra), dall’altra a noi piace anche il rumore del clic, qui un po’ diverso e più “vivo” di altri.

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Synapse 3: bello, bellissimo ma non troppo

Come in tutti i mouse Razer (e un po’ tutti i mouse evoluti) a controllare il tutto ci sono i driver Synapse, una suite di controllo che misura e manovra qualsiasi aspetto del mouse, come una consolle per DJ.

L’aspetto più eclatante, visivamente, è la possibilità di intervenire sulla luminosità Chroma, qui presente nel logo sul dorso e all’interno della rotella (a nostro avviso più luminoso che in passato, ma potrebbe essere una impressione), potendo utilizzare preset di luci già presenti oppure altri realizzati ad hoc, anche sincronizzati con altri device Razer.

In tutta onestà, i driver Synapse sono fatti davvero bene, non solo nella loro forma dettagliata ma anche nell’approccio che hanno verso l’utente, offrendo una consolle di comando che mostra la potenza mano a mano che la si chiede, mentre a chi non importa sostanzialmente si da la possibilità di ignorarla, tanto che su Windows 10 i driver sono installati in modo automatico senza neppure passare dal sito.

Due cose non ci piacciono: il primo aspetto è sicuramente la mancanza del supporto per macOS, una scelta dolorosa da parte di Razer, che lascia comunque il mouse pienamente funzionante con qualsiasi Mac, ma privo di tutte le personalizzazioni.

In secondo luogo ci chiediamo perché nella memorizzazione dei preset nella memoria a bordo non ci possano stare anche gli effetti di luce, che invece sono lasciati al controllo locale: la cosa ha poco senso perché gli effetti possono risultare molto utili, non solo belli, in quanto proprio grazie a Synapse possono essere associati ad alcuni eventi (ad esempio, posso indicare che la luce diventi rossa quando il mio personaggio è in fin di vita, o semplicemente cambiare il colore per confermare il cambio di set).

Considerazioni

Il Razer DeathAdder V2 rilancia se stesso in una nuova incarnazione che, pur offrendo pieno appoggio alla tradizione nel design, rivoluziona la parte tecnica con quanto c’è di meglio oggi sul mercato in tutte le sue parti, dal sensore ai dettagli costruttivi.

Nella quotidianità il Razer DeathAdder V2 è maledettamente comodo in tutte le situazioni, da Luminar a Overwatch, da Fortnite (magari con un Razer Tartarus Pro dall’altra parte) a Office 2019, passando per il nuovo Edge Chromium sino all’uso di Hype, così come in tutte le App per Mac e Windows.

Recensione Razer DeathAdder V2, la leggenda dei mouse ha un degno successore

L’uso del filo è opinabile (e non è escluso che prima o poi vedremo un modello DeathAdder V2 wireless) ma tutto il resto ha ben pochi rivali nel mercato.

Alla fine della recensione del Razer Basilisk Ultimate avevamo scritto che si trattava del mouse definitivo, una affermazione forte e azzardata che adesso ci sentiamo di abbracciare solo per i modelli wireless, dato che questo Razer DeathAdder V2 è ad oggi il miglior mouse a filo nel mercato, considerate tutte le caratteristiche di comodità, precisione e adattamento.

Per la compatibilità con macOS ce ne facciamo una ragione, ma il tempo è dalla nostra: se le voci di un Mac per gamer sono vere, forse Razer ci ripenserà.

Recensione Razer DeathAdder V2, la leggenda dei mouse ha un degno successore

Pro:

• Comodissimo e versatile
• La precisione è assoluta
• Switch ottici
• Leggero e veloce

Contro:

• Mancano i driver per Mac
• La memoria interna non include Chroma

Prezzo:

• 79,99 Euro

Il modello Razer DeathAdder V2 è acquistabile nello store ufficiale di Razer italiano e su Amazon al prezzo di 79,99 Euro.

REVIEW OVERVIEW

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