Respinta l’azione collettiva che accusava Apple di trarre ingiustamente profitti dall’aggregazione e dalla vendita dei dati utenti di iTunes e Apple Music. La sentenza definitiva premia la multinazionale di Cupertino.
A mettere un punto alla vicenda il giudice della US District Court, William Alsup, che nella sentenza emessa dalla Corte della California del Nord ha respinto l’azione dei querelanti presentata nel maggio scorso. Nella querela, gli attori deducevano che Apple violasse la normativa del Rhode Island e del Michigan relativa alla vendita, al noleggio, alla trasmissione o alla divulgazione delle informazioni dei clienti senza consenso. In particolare, le attrici Leigh Wheaton, Jill Paul e Trevor Paul hanno dichiarato che Apple abbia venduto e divulgato informazioni personali a terzi, inclusi a broker di dati e a sviluppatori di app.
Per quanto riguarda gli sviluppatori iOS, i querelanti sostengono che Apple abbia consentito ai produttori di app di accedere alla libreria dei metadati, a “token” utente che potrebbero essere associati a informazioni personali e a canzoni ascoltate. In quest’ultimo caso, il reclamo relativo ad iTunes riporta la funzione che informa gli utenti che tentano di regalare una canzone a un altro cliente se il destinatario possiede già una determinata traccia musicale: la funzione incriminata rivela il nome di un destinatario e la cronologia di ascolto di quest’ultimo, secondo il reclamo.
A fronte di questo, ricorda appleinsider, i querelanti avevano chiesto risarcimenti in danaro per la divulgazione di tali informazioni, anche relative alle preferenze personali di ascolto. Il giudice Alsup ha ritenuto che le informazioni divulgate da Apple non hanno rivelato esplicitamente nomi, indirizzi o informazioni di identificazione personale dei clienti.
Anche l’accusa di vendere dati personali a broker o sviluppatori terzi è crollata in giudizio. Sul punto, il giudice Alsup ha riscontrato che i querelanti non hanno fornito prove a sostegno di tali affermazioni. Ovviamente, era onere degli attori dimostrare le accuse, portando in giudizio prove del fatto che la divulgazione delle informazioni musicali potessero condurre a identificare personalmente l’utente, requisito non soddisfatto dalle informazioni rilasciate tramite i metadati di iTunes.
I querelanti non sono riusciti a spiegare cosa sia un token o come Apple divulga le informazioni degli utenti attraverso l’uso di tale tecnologia, né hanno mostrato in modo adeguato di aver subito danni dalla funzione di donazione dei brani di iTunes.
Tutti gli articoli di macitynet su Apple Music sono disponibili da questa pagina; da tempo Cupertino sta accelerando sui servizi, prima con i giochi in abbonamento Apple Arcade e poi con la televisione in streaming Apple TV+ dal primo novembre anche in Italia.