In concomitanza con l’avvio della costruzione di un nuovo campus di Apple in Texas, Trump ha partecipato insieme a Tim Cook a un tour dello stabilmento dove vengono costruiti i nuovi Mac Pro 2019. Il Presidente USA non ha perso tempo per presentare queste novità di Apple come il risultato della strategia e delle politiche messe in atto sotto la sua amministrazione.
Come spesso avviene nel caso di Trump le sue opinioni e proclami vengono pubblicati all’istante su Twitter: in un post il Presidente USA ha scritto che si tratta «Dell’inizio di un importante impianto Apple in USA», lasciando intendere che qui verrà costruito il nuovo Mac Pro. «Chiunque abbia seguito la mia campagna elettorale, sa che ho sempre parlato di Apple e volevo vedere Apple creare stabilimenti produttivi negli Stati Uniti, ed è ciò che sta succedendo».
«Trump mente» riferisce senza troppi giri di parole il sito The Verge, spiegando i motivi alcuni pignoli, altri no. La pignoleria è che Apple ad Austin non sta costruendo un nuovo impianto produttivo ma un campus, lontano miglia dalla fabbrica dove si assembla il Mac Pro. Nel nuovo campus si svolgeranno attività non troppo diverse da quelle impiegatizie e ingegneristiche del quartier generale a Cupertino. Apple non ha suoi stabilimenti e l’impianto per il quale Trump esulta è quello di un contractor che si chiama Flex Ltd (in precedenza noto come Flextronics).
Today I opened a major Apple Manufacturing plant in Texas that will bring high paying jobs back to America. Today Nancy Pelosi closed Congress because she doesn’t care about American Workers!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 20, 2019
Ciò che i dipendenti di Flex fanno nel Texas, non è niente di particolarmente nuovo. La struttura in questione era già usata dal 2013 per creare i Mac Pro, anno nel quale Cook annunciò l’assemblaggio di queste macchine negli Stati Uniti, molto prima dell’arrivo di Trump alla presidenza (iniziata nel 2017). In pratica, spiega The Verge, l’iniziativa non è una novità assoluta o qualcosa che ha a che fare con Trump.
https://t.co/ytr7dRvbUc pic.twitter.com/G6lGfyxSUs
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 21, 2019
Quest’ultimo si riferisce alla struttura come se fosse qualcosa di nuovo, elemento non vero. Il Presidente USA afferma inoltre che Apple «Non dovrà preoccuparsi dei dazi». Anche questo non è vero, spiega The Verge. Di fatto, Apple deve pagare i dazi su vari componenti importati dalla Cina in Texas prima del loro assemblaggio. Apple ha richiesto l’esenzione su dieci diversi componenti ma solo su cinque di questi è stata concessa ed è necessario pagare dazi su elementi quali il sistema di raffreddamento, il cavo di alimentazione e vari circuiti elettronici.
La realtà è che costa di più assemblare questi dispositivi negli Stati Uniti ma non tanto per i costi di produzione e manodopera ma semplicemente per i dazi sui beni intermedi. Apple aveva anche provato a spostare la produzione del Mac Pro in Cina per ridurre il problema ma poi ha rinunciato, forse anche per la pressione della politica USA.
Le ultime voci riferiscono che il mini-accordo tra Cina e Stati Uniti potrebbe non essere chiuso quest’anno, e che intese specifiche sono rimandate all’anno prossimo, con Pechino che chiede di fare di più sulla riduzione dei dazi e l’amministrazione Trump che, continua ad avanzare richieste maggiori.
Per ulteriori dettagli e specifiche tecniche sul nuovo Mac Pro 2019 rimandiamo a questo approfondimento di macitynet, invece da questa pagina ulteriori dettagli sul nuovo monitor professionale Apple Pro Display XDR.