Pochi giorni addietro Apple ha deciso di rimuovere dall’App Store centinaia di app per vaporizzatori e in generale tutte quelle collegate allo svapo. La decisione è stata presa perché, soprattutto negli USA, le sigarette elettroniche sono finite nell’occhio del ciclone per via di patologie che dispositivi come i vaporizzatori potrebbero avere provocato a migliaia di persone.
«Gli esperti che vanno dal Centers for Disease Control and Prevention all’American Heart Association hanno attribuito una varietà di lesioni polmonari e decessi a sigarette elettroniche e prodotti per il vaping, fino a definire la diffusione di questi dispositivi una crisi di salute pubblica e un’epidemia giovanile», ha riferito un portavoce di Apple che ha spiegato la decisione di mettere al bando le app, aggiungendo che l’azienda ha aggiornato le linee guida per la revisione dell’App Store «Per riflettere sul fatto che le app che incoraggiano o facilitano l’uso di questi prodotti non siano consentite».
Aziende di vaporizzatori come PAX, contavano moltissimo sull’App Store per la diffusione di app dedicate a questa pratica e la decisione di rimuovere le app collegate alle sigarette elettroniche e affini, non è per loro una buona notizia.
PAX ha scritto una lettera per chiedere ad Apple di riconsiderare la sua decisione, giacché l’azienda ha creato vari vaporizzatori progettati per essere controllati e personalizzati con app per iOS e Android. L’app dedicata permette, ad esempio, di conoscere meglio il dispositivo, regolare diversi livelli di temperatura e dare via a differenti tipi di inalazione, verificare l’autenticità delle cartucce e altre funzioni ancora.
PAX spiega di rispettare la direzione di Apple ma di essere preoccupata perché il ban impedisce ai consumatori di avere legalmente accesso a “importanti informazioni e controllare meglio la sperimentazione con la cannabis”.
PAX riferisce che il suo obiettivo è offrire tecnologie “per permettere agli adulti di fare scelte informate e consapevoli”. L’azienda cita ad esempio la funzionalità PodID, pensata per offrire ai consumatori “accesso esclusivo” a informazioni sulle vape pod, compresi dettagli per usufruire di cannabinoli e terpeni che costituiscono un’alternativa al fumo e su come accedere a risultati di test disciplinati dallo Stato che permettono agli utenti di vaporizzatori di evitare illecite e pericolose cartucce per vaporizzare.
Pax spera che Apple tornerà sui suoi passi rendendo disponibile di nuovo le sue app su iOS “nell’interesse della salute e della sicurezza pubblica”. Chi ha già scaricato le app in questione può ovviamente continuare a usarle. Le stesse app sono, nel frattempo, disponibili su Android: per il momento Google non ha rimosso le app dedicate al vaping dal suo store.
Tutti gli articoli di macitynet dedicati a iPhone sono disponibili da questa pagina, invece per quelli sul mondo Android si parte da qui.