Nota: sempre in attesa di testare una coppia di Echo Studio ri-pubblichiamo la recensione dello speaker più potente di Amazon che in questi giorni è in offerta con uno sconto del 13% a 174,99 €.
E’ arrivato da pochissimi giorni nel nostro salotto e possiamo dare un primo giudizio sul nuovo smart speaker Echo Studio, top di gamma di Amazon che darà dal filo da torcere alla concorrenza per la sua potenza e versatilità.
Ecco l’unboxing, le impressioni d’uso e le aspettative di un prodotto con ottime prestazioni e pure un grande potenziale che potremo raccontarvi solo parzialmente alla fine di questa pagina.
Perché questa è la prima parte di una recensione più completa?
Dobbiamo dire che a chi scrive resta difficile pubblicare una recensione senza avere provato a fondo un prodotto in tutte le sue sfaccettature: non abbiamo l’ansia di arrivare per primi a dire la nostra perché molte volte su prodotti appena usciti c’è molto da lavorare da parte delle aziende per mettere a registro il proprio software e firmware: oltre a questo i prodotti pure nel campo audio dipendono sempre di più da una gestione “smart” della riproduzione con DSP, analisi ambientale e controlli degli speaker che dipendono non più soltanto da condizioni fisiche ma pure dai sistemi di controllo informatico.
Con uno speaker come questo Amazon Echo Studio sono possibili quindi miglioramenti in corso d’opera nella qualità e accuratezza di riproduzione e risposta in ambiente e, in più, l’originalità della configurazione dei trasduttori interni implica per certi tipi di utilizzazione anche l’uso in coppia che al momento non abbiamo potuto sperimentare.
Infine c’è un altro fattore da tenere in considerazione: molti dei servizi per cui è stato progettato questo speaker come Amazon Music HD e 3D non sono ancora disponibili nel nostro paese e non possiamo darvene conto in questa prima fase.
Quindi per il momento ci limiteremo a valutare tante delle cose che questo speaker riesce a fare “da solo” con la sua originale configurazione da singolo speaker Dolby Atmos anche per la TV , con la sua potenza e facilità di combinazione con altri speaker di Amazon (e Sonos dotati di Alexa) e con le sue capacità di interazione con Fire TV 4K e infine con le sue capacità di collegare oltre alle periferiche domotiche compatibili via Wi-Fi con Alexa anche con sensori, lampade e prese Zigbee grazie all’Hub incluso.
La confezione, l’unboxing e il design
Come abbiamo accennato nell’introduzione lo speaker Amazon Echo studio ci è arrivato una sera di 10 giorni fa e, come facciamo spesso con sistemi di questo genere, lo abbiamo fatto suonare per parecchie ore per “sciogliere” o “rodare” un pò i trasduttori. Se non avete un sistema Amazon Alexa già installato in casa l’operazione da compiere per prima è quella di attivare un account Alexa e aggiungere lo speaker come periferica da assegnare ad una stanza: la procedura ve l’abbiamo spiegata a fondo nella prima recensione degli Echo “italiani” ed è sempre la stessa.
Qui la confezione contiene una comoda sacca per il trasporto nel caso voleste muovere lo speaker da una stanza all’altra senza rovinare il tessuto che circonda la parete verticale del cilindro (non c’è un sistema di presa nell’involucro ed è sconsigliabile infilare la mano nella doppia apertura del subwoofer visto che vi si affaccia il cono stesso dell’altoparlante.
Come accade per gli speaker Sonos (e non per gli altri Echo più piccoli) non c’è un alimentatore esterno visto che il trasformatore è ospitato nello chassis di Studio ed è sufficiente usare un normale cavetto Philips da “8”: questo rende più comodo ricollocare Studio in altre stanze senza dover accedere alle prese visto che basterà lasciare un cavetto libero per il collegamento.
In più rispetto a Sonos l’Echo studio ha un ingresso analogico + digitale per l’audio ed un presa USB-Micro per aggiornamenti o diagnostica mentre manca una presa Ethernet: tutti i collegamenti alla rete casalinga passano per il Wi-Fi.
Parliamo del design ovviamente influenzato dal numero e dalla posizione dei trasduttori: il foro sulla parte bassa sul retro e sul fronte è destinato all’uscita delle note basse che sono normalmente scarsamente direzionali mentre il tweeter è piazzato sul fronte accompagnato da 3 speaker per i medio alti, uno a destra ed uno a sinistra ed uno rivolto verso l’alto e attorno a quest’ultimo troviamo l’anello con tutti i comandi e i microfoni completato da un anello led a più settori che comunica i vari stati di Echo Studio e funziona anche da spia dei livelli del volume.
I comandi e l’utilizzazione “non smart”
La regolazione del volume può avvenire direttamente sulla parte superiore cosi’ come la disattivazione dei comandi vocali di Alexa. Visto che come analizzemo in seguito si può collegare lo speaker ad una Fire TV stick potremo o a qualsiasi sorgente o TV con uscita analogica o digitale potremmo scollegare tutta la parte “smart” e pensarlo come un potente sistema di amplificazione facilmente spostabile di stanza in stanza. Una opzione molto interessante per chi è affascinato dal prodotto e teme per la propria privacy. Ovviamente per la configurazione occorre disporre dell’app e del collegamento Wi-Fi.
Qui sotto le schermate per aggiungere lo speaker ad un sistema Alexa e collegarlo anche in modalità Home Teather.
Come suona in confronto alla concorrenza?
Abbiamo parlato della originale configurazione degli speaker e delle dimensioni ma nella prova non possiamo fare a meno di confrontare questo modello con gli altri di Amazon e con i suoi più diretti concorrenti che tra l’altro possono utilizzare i comandi vocali di Alexa, quelli di Google e sono compatibili Airplay due e cioè i modelli Sonos Move e Sonos One, il primo più per le dimensioni (ma funziona anche a batteria) e il secondo più per il prezzo (è più piccolo e ha solo due speaker) e infine confrontrandoli con il modello Echo Plus (che ha pure il gateway Zigbee e prestazioni simili ad Echo di terza generazione). Infine abbiamo messo a confronto Homepod di Apple in configurazione singola proprio per non farci mancare nulla.
Abbiamo testato i 5 speaker ovviamente con gli stessi brani sia per l’ascolto della musica sia in abbinamento ad un TV (con la modalità Home Teather di Alexa e Fire TV Stick 4K che con l’uscita Airplay di una Apple TV). Ed ecco i risultati.
Come suona con la musica?
Abbiamo parlato della originale configurazione degli speaker: questa influisce tantissimo sull’esperienza d’ascolto lasciando, nel caso di un singolo speaker, la riproduzione dell’ambienza alla parte intermedia dello spettro sonoro con risultati a volte interessanti e diremo pure entusiasmanti ed altre volte un pò spiazzanti visto che in alcuni brani la direzionalità delle note alte del tweeter lascia un po’ indietro la presenza dei cantati. Ma veniamo ai confronti
Echo studio contro Sonos One: sicuramente gli alti di Sonos One sono più definiti e il basso più preciso ma la maggiore cassa di risonanza e il posizionamento del woofer di Echo studio offrono un buona presenza in molti brani e a frequenze a cui One non riesce a scendere. L’equilibrio sulle medie è migliore sui Sonos One proprio perchè tutto lo spettro sonoro viene riproposto nella stessa direzione.
Sonos Move si mantiene sulla stessa qualità nelle medioalte e offre una risposta ampia sulle basse come quelle di Echo Studio ma con un maggiore controllo. Si tratta in ogni caso di uno speaker che costa quasi il doppio. E in certi brani il basso rotondo e profondo di Echo Studio è indubbiamente apprezzabile.
Nel confronto con Homepod si fa sentire il volume di Echo studio sulle note più basse ed un maggiore equilibrio sulle medie per lo speaker di Amazon. Echo studio rimane avanti anche nella ricostruzione “tridimensionale” e nell’equilibrio generale: ascoltando HomePod a confronto sembra che quest’ultimo abbia una sorta di “velatura” mentre Studio risulta molto più aperto e meno “confuso”.
Teniamo conto che stiamo parlando di speaker singoli che utilizzano, nel caso di Echo Studio e di Homepod dei sistemi di suono indiretto con una matrice di tweeter quello di Apple e con 3 speaker per le note medie dislocati attorno al tweeter per Echo Studio. La ricostruzione “ambientale” con un suono più o meno 3D e’ figlia di algoritmi e del rilevamento della risposta in ambiente: dobbiamo dire che Echo studio in questo riesce a fare meglio di Homepod, da una parte perché come dicevamo in precedenza. il suono ricostruito sembra meno confuso e meno velato e dall’altra perché la potenza finale è sicuramente superiore e possiamo riempire una stanza senza necessariamente dover alzare il volume al massimo.
Altra cosa che dobbiamo ricordare è che Echo Studio come tutti i suoi fratelli più piccoli è in grado di riprodurre una sterminata serie di servizi di streaming musicali e anche se non arriva ai 100 di Sonos ha una buona selezione in grado di accontentare tanti utenti anche Apple visto che da qualche mese potete ascoltare Apple Music e le sue radio oltre a Amazon, Spotify, Tidal, Deezer, Pandora, SiriusXM, iHeartRadio e TuneIn.
Musica 3D dove sei?
Amazon ci ha fornito una elenco di tracce 3D che dovrebbero essere remixate per Dolby Atmos o per Sony 360 ma non abbiamo evidenza dell’attivazione o meno della decodifica neanche nei tag di riproduzione dell’archivio. Dobbiamo quindi fidarci delle nostre orecchie far riprodurre brani come con 7 Diamonds di Ariana Grande (uno dei brani indicati): a dire il vero un po’ di “tridimensionalità” rispetto ai sistemi ad emissione frontale si sente ma questo non sappiamo quanto dipenda dalla geometria dei trasduttori di gamma media che fanno rimbalzare alcune note contro le pareti laterali e il soffitto e un reale controllo 3D dello speaker. Dobbiamo dire in ogni caso che con uno speaker singolo questo ampia un po’ il fronte sonoro e introduce, almeno nei brani provati qualche effetto apprezzabile o perlomeno originale.
Aspettiamo qui un test con brani “certificati” e magari un confronto con due mix diversi di una stessa canzone.
Echo studio come amplificatore per TV e video
Qui sicuramente non c’è storia, sopratutto se avete una Firestick 4K di Amazon come sorgente. Grazie alla nuova modalità Home Teather potreste combinare due Echo studio e farli suonare insieme eliminando la necessità di una soundbar Dolby Atmos almeno per avere pari effetti. Ovviamente con un singolo Echo Studio è impossibile provare una ampiezza di campo che si otterrebbe con una coppia ma dobbiamo dire che aggiungendo anche un solo speaker ad un vecchio TV Panasonic Plasma (a cui Fire Stick TV 4K ha ridato giovinezza dal punto di vista dell’interattività) tutto l’apporto in profondità dei bassi, chiarezza dei dialoghi e un minimo di effetti ricavabili con il singolo speaker grazie alla riflessione sulle pareti aggiunge coinvolgimento ad un sacco di contenuti.
In queste ore stiamo guardando la quarta serie di “The Man from the High Castle” e la colonna sonora sia delle scene d’azione che di quelle più “meditative” che rappresentano il viaggio del multi-verso di Giuliana acquistano un’ottima profondità e presenza.
C’è poi da dire che la buona gamma di bassi e l’originale confiurazione dei medi può essere d’aiuto in una configurazione “mista” che sfrutta l’ingresso ottico o analogico di Echo Studio : usiamo gli speaker del TV per la gamma medio alta e l’uscita analogica e/o ottica del TV per aggiungere bassi e presenza di Echo Studio per rafforzare gli effetti. Ovviamente farebbe avere uno spazio sotto o sopra il TV per collocare lo speaker di Amazon al centro dello schermo
Echo studio come Amplificatore di linea
Una cosa che molte recensioni hanno trascurato di Echo Studio focalizzandosi sulle sue capacità di streaming e collegamento wireless è quel piccolo foro per la presa jack posizionato vicino alla presa di alimentazione: come gli altri Amazon anche questo non disdegna di essere collegato ad una fonte esterna con un normale cavo audio. Noi lo abbiamo sperimentato per dare voce (e che voce) ad una tastiera 88 tasti pesata utilizzata per lo studio del pianoforte normalmente utilizzata con cuffie e ad un Expander Midi con uscita stereo per una riproduzione diretta di molti suoni anche molto particolari di sinth, bassi elettronici con transienti “pesanti”.
L’amplificatore da 330-watt e un DAC da 24-bit la sua bontà anche con un riproduttore portatile di tracce a buon campionamento come il DodoCool DA 106 che provammo su queste pagine https://www.macitynet.it/recensione-dodocool-da106/
Usate il telecomando di Fire Stick TV 4K per controllare Echo Studio
Una delle funzionalità interessanti ed inedite che abbiamo attivato con l’ultima versione dell’aggiornamento di FireStick TV 4 è l’abbinamento del suo telecomando con controllo vocale e Echo Studio: in pratica potete chiedere ad Alexa sottovoce direttamente attraverso il telecomando, e non urlando “Alexa” da una parte all’altra della casa, di riprodurre le ultime notizie o di suonare una playlist. Oltre a questo il telecomando può gestire il volume globale delle tracce, metterle in pausa e far partire la riproduzione della successiva.
La funzione di Hub Domotico Zigbee e Wi-Fi
Probabilmente già saprete che Amazon Alexa funziona da ponte con servizi web e periferiche Wi-Fi che si collegano alla rete locale direttamente (lampade, prese etc) o attraverso un Hub intermedio come Philips HUE, ma Echo Studio, Echo Show da 10” ed Echo Plus hanno una caratteristica in più: sono degli Hub o gateway domotici che permettono la connessione senza fili di lampade, prese e sensori (come quelle di Osram senza alcun altro apparecchio di “mediazione”) permettendo di fatto di avere un sistema di controllo locale più immediato sempre gestito dalla voce, dalle automazioni e skill e di collegamento diretto ai prodotti come Philips Hue, INNR, IKEA tadfri, Yeelight e Osram.
L’aggiunta di periferiche è simile a quella degli altri servizi domotici ma qui è direttamente sotto il vostro controllo locale senza dovere condividere password con servizi terzi e questo vi permetterà di risparmiare sia per i costi che per il funzionamento in standby delle periferiche. Zigbee consuma meno energia, permette di creare reti mesh e non occupa posti nel wi-fi del vostro router casalingo: vi rimandiamo alla nostra introduzione a Zigbee per capire tutti i vantaggi.
Con Alexa è possibile alzare il termostato prima di alzarsi dal letto o abbassare le luci dal divano quando si desidera guardare un film, il tutto usando solo la propria voce: questo avviene in due modi: o utilizzando dei prodotti che hanno un collegamento diretto in Wi-Fi e dei bridge come Hue che fanno da ponte tra tecnologie di trasmissioni senza fili e Wi-Fi stesso oppure con un collegamento diretto Zigbee ma solo su modello che supporta questa tecnologia: Echo Plus.
La compatibilità domotica via Wi-Fi
Alexa lavora già da subito con una varietà di prodotti compatibili che funzionano con il Wi-Fi come luci, termostati, prese intelligenti e interruttori di marche come Philips Hue, IKEA, BTicino/Legrand, Netatmo, Honeywell, Netgear, TP-Link, Hive, Tado.
E’ possibile fin da subito collegare i dispositivi che lavorano via Wi-Fi o con un Gateway basato sul Wi-Fi: dovremmo autorizzarli all’uso con Alexa in modo da fornire la possibilità di comando attraverso la voce ed assegnarli ad una stanza.
Le scene di Routine
E possibile utilizzare la potente funzione Routine che consente di automatizzare una serie di azioni personalizzabili utilizzando un singolo comando vocale a propria scelta: in altri sistemi domotici si chiamano scene o scenari ma si possono combinare diverse capacità.
Dicendo “Alexa, buonanotte”, Alexa spegnerà le luci e riprodurrà suoni che conciliano il sonno: è la conbinazione delle Skill con i comandi domotici “tradizionali” che rende il sistema Alexa molto potente.
È possibile creare Routine basate sull’ora del giorno, impostando, per esempio, una Routine con cui Alexa, ogni giorno infrasettimanale alle 6 del mattino, e alle 9 di sabato e domenica, accenda le luci della cucina, avvii la macchina del caffè e legga le previsioni del tempo. Aggiungendo Routine basate su temperatura e movimento, Alexa si attiva quando la temperatura di una stanza è troppo alta o troppo bassa, o quando viene rilevato un movimento.
Skill di terzi
Gli sviluppatori possono utilizzare l’Alexa Skill Kit (ASK) per sviluppare le Skill. Con migliaia di Skill disponibili in Italia sviluppate localmente, è possibile conoscere le ricette di GialloZafferano, ordinare una pizza su Just Eat, conoscere una definizione dalla Treccani, ascoltare l’ultima programmazione TV da Super GuidaTv, vedere i trailer cinematografici con MyMovies, giocare con Akinator, ascoltare brevi storie per bambini da Giunti o testare le proprie conoscenze con la Skill di De Agostini e Clementoni, oppure conoscere lo stato del proprio treno con Trenitalia.
Qui sotto potete vedere come funziona il sistema delle skill abbinato ad sistema domotico
Conclusioni
Come potete leggere dalla nostra postilla questa recensione non vuole e non può chiudersi qui ma tutto quello che abbiamo provato finora fa di Echo Studio uno speaker estremamente interessante e versatile che chi è interessato ad un sistema con Alexa dovrebbe considerare come primissima opzione se non ha problemi di collocazione spaziale: la capacità di riempire lo spazio sonoro, i 6 microfoni e l’effetto ambientale di Dolby Atmos insieme all’hub domotico Zigbee incluso possono farlo diventare una primissima scelta per chi vuole comprare anche un singolo speaker e la base di un sistema di amplificazione della vostra TV in coppia con enormi potenzialità.
Il costo è assurdamente basso in confronto alla resa sonora e alla versatilità di uno speaker da tenere in considerazione anche se le funzioni smart non sono la vostra prima motivazione di acquisto.
Pro
- Facile da configurare
- Versatile grazie all’ingresso audio digitale e analogico e la possibilità di telecomando
- Alimentatore interno e presa philips standard
- Ottima qualità di riproduzione in rapporto al prezzo
- Esperienza Dolby Atmos ed effetti affascinante su singolo speaker
Contro
- I servizi Amazon HD e 3D non sono disponibili in Italia e il potenziale dello speaker non è del tutto sfruttato al momento
- I risultati degli effetti Dolby Atmos con un singolo speaker sono variabili
- Dimensioni generose da considerare se avete spazi ristretti
Prezzo al Pubblico
Amazon Echo studio è in vendita in Italia a 199 Euro Iva compresa e con tempi di consegna molto lunghi dovuti alle elevate richieste. Potete acquistarlo a partire da questa pagina di Amazon. Se avete spazio in casa ve lo consigliamo assolutamente rispetto altri Echo di Amazon. Nota: in questi giorni (fine Luglio 2020) Echo studio viene offerto con uno sconto del 13% a 174,99 Euro Iva compresa.
Cosa ci piacerebbe provare nella seconda parte della recensione.
Sicuramente nella seconda parte di questo test vedrete l’abbinamento con un secondo Amazon Echo Studio per definire al meglio il fronte sonoro in stereo ma anche per una scena di riproduzione più coinvolgente per film e spettacoli. Stiamo aspettando la consegna di un secondo speaker per i prossimi giorni.
Sarebbe poi interessante verificare la capacità di riproduzione di archivi HD e la loro differenza con tracce standard e infine l’accesso a tracce 3D remixate per capire fino a dove si può spingere la capacità di definizione spaziale di questi speaker anche con le semplici tracce musicali.
L’ultima opzione non disponibile al momento sul mercato internazionale e che ci auguriamo che Amazon possa offrire in futuro visto che ha già implementato il suo sistema di gestione Home Teather Wireless è quella di utilizzare anche degli speaker Echo o meglio Echo Plus come canali posteriori di un sistema Surrround: le possibilità tecniche ci sono tutte visto che la gestione del collegamento wireless è di serie e la calibrazione ambientale potrebbe essere gestita direttamente dai microfoni interni di ogni speaker: un sistema come questo dal costo di 600 Euro in totale darebbe del filo da torcere a diverse soundbar sul mercato e risultare flessibilissimo come sistema home teather che si può “smembrare” in qualsiasi momento come sistema multiroom.