Stando a quanto riferisce il Wall Street Journal, Xerox starebbe prendendo in considerazione nientemeno che l’acquisto di HP, con un’offerta in titoli azionari e contanti per una cifra complessiva superiore a 27 miliardi di dollari (il valore attuale di mercato dell’azienda), pù grande di tre volte rispetto all’interessata.
Xerox vende principalmente stampanti, fotocopiatrici e soluzioni di stampa di produzione; l’anno scorso ha registrato ricavi per miliardi di dollari, un numero inferiore rispetto ai 58 miliardi di HP (che vende principalmente PC, stampanti, e cartucce d’inchiostro). Per raccogliere i fondi necessari per la presunta transazione, Xerox conta sulla vendita di azioni detenute da una joint venture con Fujifilm (con la quale potrebbe ottenere $ 2,3 miliardi). Una banca si sarebbe inoltre impegnata a fornire corposi fondi ma gli azionisti sono pronti a battagliare e gli analisti prevedono la necessità di racimolare fino a 35 miliardi di dollari.
Ma perché tale acquisizione? Tutte e due aziende stanno attualmente cercando di ridurre i costi e migliorare i margini: una fusione porterebbe a una migliore gestione di economie di scale e sinergie, probabilmente con costi sociali non indifferenti (tagli di posti di lavoro).
Al di là di queste considerazioni, la fusione permetterebbe principalmente di consolidare il mercato di stampanti da tempo in calo. Meno player del settore in giro, significa meno concorrenza e quindi prezzi più alti e margini migliori (non a caso HP nel 2016 ha comprato la divisione stampanti di Samsung). Xerox ha più successo nel mercato delle stampe aziendali, HP è nota e apprezzata dal grande pubblico in generale.
Quest’ultima ha dovuto affrontare vari problemi con le vendite delle stampanti in ambito business, con un calo dei ricavi nel terzo trimestre del 5% rispetto al 2018. La fusione dunque è forse l’unico modo per continuare a tutte e due le aziende di sopravvivere con profitto in questo settore.