Problemi nella gestione delle emozioni, difficoltà nelle relazioni e problematiche scolastiche. Queste sono le conseguenze sull’uso problematico dei Social Media che sono state evidenziate dall’indagine di Hbsc Italia, presentata il 1° ottobre 2019 all’Istituto Superiore di Sanità di Roma. La Hbsc, che si occupa dei comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare, fotografa le condizioni dei giovani italiani, evidenziando la percezione della qualità di vita degli adolescenti che, necessariamente, oltre al contesto familiare, alla scuola, al rapporto tra pari, alla salute e al benessere, ha a che fare anche con l’uso dei social media.
Dall’indagine emerge che i ragazzi che fanno un uso problematico dei social media sono soprattutto femmine e hanno 13 anni, seguite dagli undicenni di entrambi i sessi. Percentuali più alte si trovano in Lombardia, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia e le percentuali più basse in Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia. Oltre il 40 per cento dei ragazzi intervistati ha dichiarato anche di aver fallito nel provare a passare meno tempo sui social media e il 40 per cento per cento ha dichiarato di aver utilizzato i social per scappare dai sentimenti negativi.
I social sono uno strumento utilizzato anche per mettersi in contatto con amici conosciuti su Internet e questo tipo di relazione riguarda il 19,9 per cento delle tredicenni e oltre il 20 per cento dei quindicenni. Ovviamente le amicizie coltivate online riguardano anche gli amici in carne e ossa, i compagni di scuola, gli amici più vicini.
La ricerca vuole far riflettere su come i social network non siano soltanto uno strumento alla portata di tap dei ragazzi, ma un sistema utilizzato per mettersi in relazione con gli altri che potrebbe diventare problematico. Prendendone coscienza, un genitore, un educatore, un insegnante, possono fare maggiore attenzione al tipo di uso che ne fa un ragazzo a casa, mettere delle regole all’uso dei social network per promuovere un uso responsabile e positivo e prevenirne l’uso problematico, che porterebbe a ripercussioni sulla salute psico fisica dei più giovani, in termini di maggiori livelli di ansia e depressione.
Come riportato dai ricercatori che hanno lavorato alla realizzazione di questa indagine, Claudia Marino e Michela Lenzi dell’Università degli Studi di Padova “Pur non essendo riconosciuto come una vera e propria dipendenza comportamentale, l’uso problematico dei social media è caratterizzato da alcuni sintomi delle dipendenze tradizionali e altre caratteristiche specifiche (es. preferenza per le interazioni online)”.
Sono 58.976 i ragazzi di 11, 13 e 15 anni che hanno risposto al questionario della sorveglianza Hbsc Italia (Health Behaviour in School-aged Children – Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare) che, giunta alla quinta rilevazione, permette di fotografare lo stato di salute dei giovani italiani. Il quadro evidenzia che gli adolescenti hanno un’alta percezione dello loro qualità di vita, si sentono supportati da amici e compagni di classe e hanno un buon rapporto con gli insegnanti.
Tuttavia, i dati indicano che persistono alcune abitudini sbagliate: dal 20 al 30% degli studenti tra 11 e 15 anni non fa la prima colazione nei giorni di scuola; solo il 30% dei ragazzi consuma frutta e verdura almeno una volta al giorno; meno del 10% svolge almeno un’ora quotidiana di attività motoria; il 25% supera le due ore al giorno davanti a uno schermo. Un estratto dalla ricerca che ha messo al centro i social media si può trovare a partire da qui.
Da anni si parla dei danni per la salute mentale dell’uso dei social network: nel 2017 si parlava di come l’uso di Facebook diminuisca la salute fisica e mentale e nel 2019 l’esperimento di un fotografo faceva emergere l‘ansia da foto ritocco degli adolescenti, ma anche in passato la salute mentale e l’uso dei social (ma anche dei videogiochi) è stata al centro di ricerche e studi.
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