Sarà il dirigente italiano di Apple, Luca Maestri, Chief Financial Officer di Cupertino, a guidare l’appello contro la sentenza dell’Unione europea per i 13 miliardi di tasse arretrate da versare all’Europa. Apple, questa settimana, si giocherà, infatti, la battaglia per il rimborso delle tasse.
Secondo quanto riportato da Reuters, Apple dovrebbe inviare una delegazione di sei persone, guidata dal dirigente finanziario Luca Maestri, in Lussemburgo, per una audizione che durerà due giorni, martedì e mercoledì. Probabilmente Maestri sosterrà le dichiarazioni riportate dal CEO di Apple Tim Cook nella celebre lettera sulla sentenza fiscale, resa pubblica tre anni fa, una replica alle decisioni della Commissione Europea. Già nel 2016 Luca Maestri dichiarava in una intervista al Financial Times, che «Se l’esito dell’inchiesta fosse equo, Apple non dovrebbe pagare nulla».
La posizione di Apple in merito alla questione è, dunque, sempre stata chiara: Cupertino afferma con sicurezza di osservare le leggi e di pagare tutte le tasse in ogni paese in cui opera, compresa l’Irlanda. Apple ha anche affermato che quasi tutta la ricerca e lo sviluppo si svolgono negli Stati Uniti, quindi è lì che la società dovrebbe pagare – e paga – la maggior parte delle tasse.
Nel 2016, a seguito di una indagine durata tre anni, la Commissione europea ha stabilito che Apple ha ricevuto in Irlanda un trattamento fiscale estremamente vantaggioso, definito dall’Unione europea come aiuto illegale di Stato. Cupertino avrebbe corrisposto una aliquota di percentuale compresa tra lo 0,005 per cento e l’1 per cento sul proprio fatturato per i prodotti principali in Irlanda tra il 2003 e il 2014, una cifra irrisoria rispetto all’aliquota che avrebbe dovuto pagare, che in quegli anni era del 12,5 per cento.
È stata pesantissima la risposta di Apple alla sentenza dell’Ue che ha chiesto all’Irlanda di riscuotere 13 miliardi di imposte arretrate, sanando con essi una posizione ritenuta non sostenibile dal punto di vista dei rapporti e degli accordi in materia che intercorrono tra i paesi europei. Con una lettera, firmata dal CEO Tim Cook, Apple ha spiegato la propria posizione.
«Abbiamo ricevuto indicazioni su come rispettare le norme fiscali dell’Irlanda, le stesse che ogni azienda segue quando opera in quella nazione. Ovunque, come in Irlanda, Apple rispetta la legge e paga tutte le tasse che deve. Ma ora – sono le parole di Cook nella lettera dell’agosto 2016 – la Commissione europea ha lanciato un attacco per riscrivere la nostra storia in Europa, ignorando le leggi fiscali irlandesi, e nello stesso tempo modificando il sistema fiscale internazionale. Noi – spiega l’amministratore delegato di Apple – non abbiamo mai chiesto né abbiamo mai ricevuto un trattamento speciale e siamo nella situazione di dover pagare tasse a un paese che dice che non gli dobbiamo nulla».
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