In molti hanno detto che Catalina, cioè macOS 10.15, non aggiorna e non potenzia, ma semplicemente rifinisce il precedente macOS Mojave. Niente di più sbagliato. Nei nostri mesi di prova della versione beta abbiamo potuto vedere vantaggi e svantaggi del sistema operativo di Apple.
Il nuovo sistema operativo ci ha accompagnato attraverso l’estate in una prova a tutto campo su un iMac 21.5 di ultima generazione e su un MacBook con schermo Retina da 12 pollici. Non ci sono stati problemi a parte ovviamente i soliti inconvenienti delle versioni beta seppure pubbliche (cioè più stabili di quelle per gli sviluppatori) con cambi di direzione e aggiunta di componenti man mano che lo sviluppo andava avanti. E ovviamente le solite tematiche di aggiornamento delle app.
Le novità sono le nuove app per la musica, la Tv e i podcast, ma anche la sezione Arcade su abbonamento – sia per macOS che per iOS e iPadOS – che consente di pagare una cifra ancora non annunciata da Apple e giocare tutto il tempo che si vuole. Servizio non ancora attivo e quindi ne riparliamo in un altro momento.
C’è anche la funzione Sidecar, che permette di collegare via cavo (e via WiFi più avanti) un Mac a un iPad, utilizzando quest’ultimo come schermo esterno e come estensione touch del computer. Una specie di schermo/tavoletta grafica, volendo, o semplicemente un secondo schermo per chi lavora fuori casa e ha bisogno di attrezzarsi per avere più pollici quadrati a disposizione. La funzione è attiva e per adesso ha una latenza relativamente bassa (migliorerà più avanti forse) ma non la consideriamo una funzionalità critica.
La nuova Musica e le nuove funzioni del Finder
Delle app che Apple ha cambiato la più significativa è Musica perché fa fuori iTunes, il vecchio e complicato software che voleva fare un po’ tutto sia per la sincronizzazione e gestione dei device di Apple che per acquistare film, telefilm, scaricare podcast, comprare dischi, abbonarsi allo streaming. Insomma, un bel caos.
Ci è piaciuta molto la nuova esperienza di Musica, che è sostanzialmente allineata con quella per iOS e iPadOS. Si ottiene il massimo se si è già abbonati ad Apple Music ovviamente, ma si possono gestire ancora sia gli album comprati dallo store di Apple che quelli caricati dalla propria discoteca personale.
A tendere non sappiamo quanto tutto questo si reggerà in piedi, perché probabilmente Apple vorrà trasportare tutto verso lo streaming e il cloud, comprensibilmente. E forse non è necessariamente un male per noi, se non fosse che nello streaming di Apple manchi ancora tanta, troppa musica (e non è che gli altri stiano poi molto meglio: della musica registrata è stato digitalizzato meno del 10% e gli accordi con le case discografiche e i detentori dei diritti ne bloccano quasi la metà).
La sincronizzazione di iPhone e iPad via Finder è semplice e intuitiva, invece. I device compaiono nella barra laterale come se fossero unità di memoria esterne o dischi condivisi. Non solo si aggiorna il sistema operativo – cosa forse ancora più veloce che non tramite aggiornamento OTA – ma si possono anche gestire i documenti delle singole applicazioni se non hanno uno sbocco sul cloud o comunque sono molto grandi. E la funzionalità è ancora assolutamente piacevole.
Foto, Mail, Note e Promemoria
Cambiamenti anche per le app più usato e apprezzate in ambito Mac. Foto, ne abbiamo già parlato quando ne abbiamo descritto i cambiamenti in atto su iPadOS, è diventata più veloce e più intelligente. Ci è piaciuta molto la nuova organizzazione delle immagini e la velocità oltre che la qualità delle scelte che vengono fatte. Ottimo
Promemoria, app che avevamo abbandonato per passare all’ottima Things (ma esistono numerose varianti) è diventata una app interessante che permette di sfruttare la gestione degli impegni in maniera più integrata con il sistema operativo e più ricca. Considerando che è a costo zero per chi ha iPhone, iPad e Mac, ci può stare. Ottima l’integrazione con Messaggi: se si tagga qualcuno in un promemoria, quando ci manda un messaggio riceviamo una notifica.
Mail fa dei passi avanti e per fortuna non viene travolta dal desiderio di cambiare la grafica che sembra aver conquistato la Apple post-Jony Ive.
Note colpisce per la ricchezza e completezza di funzioni: grazie al potenziamento della versione per iOS e iPadOS adesso Note è veramente qualcosa di più che non un semplice blocco degli appunti. Non è una videoscrittura, ma è un centro di raccolta piuttosto ricco e coordinato di tutto quello che vogliamo scrivere in formato destrutturato.
Migliora molto la ricerca e l’organizzazione di quel che si è scritto, si possono integrare molto bene i disegni che si possono fare su iPadOS e, usando Sidecar, si potrebbe anche pensare di continuare a disegnare utilizzando l’iPad e Apple Pencil.
Aggiungiamo – perché ne abbiamo parlato nella recensione di iPadOS – che in realtà Sidecar è un sistema che abbiamo poco approfondito perché non sentiamo il bisogno di utilizzare lo schermo dell’iPad come estensione touch di quello del Mac. Ma questo è sostanzialmente dovuto al fatto che non abbiamo utilizzato app per la grafica: Apple ha accordi con Adobe, ma anche con chi fa AffinityPhoto, Cinema 4D, Maya, ZBrush. Ne vedremo delle belle.
Cosa cambia in profondità
C’è da dire che la grafica, con le modalità di scrivanie multiple e interfaccia dark introdotte con Mojave, regge bene la prova del tempo e qui si tratta soprattutto di aggiustamenti minori, non di grandi cambiamenti. Ottimo. Si sente anche che il sistema operativo è stato ottimizzato nella gestione del software, anche se ci sono varie parti che sono cambiate.
Apple sta infatti abbandonando un po’ a se stessa la parte Unix, con tutti i software e le varie componenti che erano disponibili “out of the box” e che adesso devono essere reinstallate da zero. Poco male, è anzi più comodo usando middleware come l’ottimo Homebrew. Però questo è indice di un cambiamento più profondo su Apple che porta all’integrazione funzionale se non strutturale con iOS e soprattutto iPadOS.
Un esempio è “Tempo di utilizzo”, software di sistema nella forma di un servizio che ovviamente ha senso quando si pensa agli smartphone (per combattere la dipendenza dai telecomandi della nostra vita) ma che già con iPad era meno sensato. Adesso su Mac diventa forse qualcosa di diverso, un modo per rendicontare la nostra attività lavorativa giornaliera. Però indica che Apple sta anche stirando e stendendo le stesse tecnologie attraverso le varie piattaforme per arrivare a una uniformità finale assoluta.
Safari e la Privacy
Su macOS ancora più che su iOS e iPadOS, ci sono livelli di sicurezza crescenti. Apple ha reso i suoi dispositivi post-Pc molto solidi, ma ha lavorato più di recente anche per irrobustire il Mac. A partire dall’uso delle tecnologie hardware come ad esempio il chip T2 Security. Oppure il sistema di autenticazione basato sull’identità anonimizzata che si affianca e mira a sostituire i vari “loggati con Google” e “loggati con Facebook”.
Safari diventa blindato e fa molto di più di prima, con la possibilità di bloccare ed evitare moltissimi sistemi di tracking che ci rubano l’anima digitale. Inoltre, all’opposto di questa funzione, adesso arriva l’app Dove che sostituisce quello che faceva “trova il mio iPhone” e “trova i miei amici”. Tutto in uno e in maniera del tutto anonima, anche a Mac non connesso, perché nel caso di portatili permette di utilizzare il bluetooth e le funzioni di comunicazione di prossimità della scheda Intel che fa da punto di partenza per AirDrop.
Un sistema che consente di ritrovare molti più apparecchi Apple “scomparsi” di prima, nelle intenzioni degli ingegneri di Cupertino.
In conclusione
Rimanere su Mac adesso è ancora più facile grazie a una integrazione crescente dal punto di vista funzionale con l’altro ecosistema di Apple, cioè quello ben più numeroso e nutrito del software e delle applicazioni per iPadOS e iOS.
Il muovo sistema ha un utilizzo ancora più netto di iCloud che ci dà l’idea che potrà esserci anche una ulteriore evoluzione nei confronti dell’utilizzo del cloud di Apple per trasformare la piattaforma Mac in un sistema che coesiste nella dimensione hardware in nostro possesso e nel cloud di Apple.
Certo è che Apple dovrebbe alzare il limite dei 5 gigabyte in tutto per ogni account ID Apple, a prescindere oltretutto dal numero dei dispositivi utilizzati.