Nel 2007, durante l’iconica presentazione ufficiale di iPhone, Steve Jobs condannò apertamente l’uso del famigerato pennino – ai tempi in voga per i dispositivi Windows Mobile e non solo – pronunciando la storica frase “nobody wants a stylus” (nessuno vuole un pennino).
Avanti veloce di 8 anni e nel 2015 Phil Schiller presenta Apple Pencil, un pennino compatibile con iPad Pro.
La presentazione di Apple Pencil ha dato occasione a molti critici di ricordare ironicamente le parole pronunciate da Steve Jobs otto anni prima; basti ad esempio osservare il video qui di seguito in cui i due momenti, distanti nel tempo diversi anni, sono accostati in una manciata di secondi.
Avanti ancora più veloce ed arriviamo al 2019, un presente in cui fanno capolino indiscrezioni che vorrebbero il prossimo iPhone – in arrivo entro fine anno – compatibile con Apple Pencil.
Oltre ai critici Apple tout court, anche i nostalgici dell’era Jobs hanno colto l’opportunità di rintracciare in Apple Pencil la prova di un tradimento dell’azienda – ora guidata da Tim Cook – nei confronti dell’eredità lasciata daSteve Jobs.
Secondo la vulgata più comune Steve Jobs non avrebbe mai approvato Apple Pencil, fu proprio lui nel 2007 a sbeffeggiare l’uso dello stilo; oggi invece Apple ci propina questa specie di pennino 2.0, e quindi è evidente: questa non è più la Apple di Steve Jobs. Steve Jobs non avrebbe approvato.
Dunque Steve Jobs non avrebbe approvato? Può darsi. Nessuno può sapere cosa sarebbe successo se Steve Jobs fosse rimasto a capo di Apple fino ad oggi. Forse Apple Pencil non sarebbe mai nato.
Ci sono però anche buone ragioni di credere il contrario, forse Jobs avrebbe amato Apple Pencil: ecco perché.
Il 2007 non è il 2015 (e nemmeno il 2019)
È vero, nel 2007 Steve Jobs diceva “nobody wants a stylus”, ma è importante ricordare e capire in che contesto l’iCeo espresse il suo parere.
Fino al 2007 i pennini venivano utilizzati per lo più per interagire con palmari e dispositivi portatili su cui era installato Windows Mobile, un sistema operativo che aveva molto poco di “mobile” e che si limitava a trasferire le funzionalità del Windows utilizzato sui computer su apparecchi caratterizzati da schermi minuscoli.
In altre parole, l’interfaccia utente dei palmari e dei cellulare dell’epoca, dotati di Windows Mobile o di OS comparabili, non era per nulla ottimizzata per i dispositivi su cui veniva installato il sistema operativo.
La principale conseguenza era un’esperienza d’uso goffa ed innaturale, da cui emergeva una generale difficoltà anche solo ad interagire con le icone base: ci si confrontava con display da pochi pollici, senza poter nemmeno sfruttare lo strumento ai tempi più intrinsecamente connesso con quella tipologia di sistema operativo, il mouse.
Ecco dunque la necessità di un accessorio come Apple Pencil, che va a sostituire il mouse come interfaccia principale sui dispositivi mobili e rende meno difficile puntare l’icona desiderata ed interagire con le applicazioni disponibili su schermo.
Lo stilo però era semplicemente un palliativo: il problema stava alla base, rappresentato da un sistema operativo ed un’interfaccia per nulla ottimizzati e incapaci di sfruttare il vero potenziale offerto da un dispositivo tascabile come un cellulare.
L’uso del pennino non risolveva la malattia: si limitava semplicemente alleviarne i sintomi.
In questo contesto si inserì la critica di Steve Jobs: nessuno vuole uno stilo, abbiamo le dita, anzi ne abbiamo ben 10 e avendo a disposizione un sistema operativo ottimizzato e progettato appositamente per il caso (iOS, ai tempi chiamato iPhone OS), si può tranquillamente fare a meno dello stilo e utilizzare i polpastrelli come interfaccia utente primaria.
Le cose stanno invece diversamente per Apple Pencil: lo stilo nato con iPad Pro non vuole diventare un’interfaccia primaria per interagire con il tablet della Mela, ma un accessorio specialistico, che permette di godere di un’esperienza utente superiore nello svolgimento di alcune specifiche attività, quali ad esempio il disegno, la progettazione o la scrittura creativa.
Se nel 2007 nessuno voleva uno stilo, dal 2015 qualcuno potrebbe volere Apple Pencil, per esempio artisti, disegnatori, creativi.
Nel 2007 lo stilo era un palliativo ad un’esperienza utente complessivamente discutibile; dal 2015 Apple Pencil è uno strumento per ottenere un’esperienza utente migliore su attività specifiche.
Ecco la differenza fra Apple Pencil e uno stilo qualunque.
Steve Jobs cambiava spesso idea
Anche rifiutando quest’analisi funzionale, potrebbe esserci una ragione molto più banale per pensare che Steve Jobs avrebbe amato e/o approvato la creazione di un Apple Pencil: l’iCeo avrebbe potuto semplicemente cambiare idea.
Jobs cambiò spesso idea o, per essere più precisi, ritornò sulle sue decisioni ogni qualvolta farlo potesse rappresentare un miglioramento per l’esperienza utente.
L’esempio più lampante fu forse la decisione di consentire agli sviluppatori di realizzare app native per iPhone, invece di limitarsi a creare solo web app su Safari come inizialmente previsto.
Forse non tutti ricordano che al lancio di iPhone nel 2007, Steve Jobs si oppose all’idea di aprire il sistema operativo iPhone OS a sviluppatori di terze parti, salvo poi cambiare idea l’anno seguente annunciando la nascita di App Store, decisione che rivoluzionò completamente il mercato del software mobile.
In altre occasioni Steve Jobs cambiò radicalmente idea; pensare che Steve Jobs avrebbe testardamente continuato a considerare inutile qualunque forma di pennino solo in base ad una sua affermazione del 2007 sarebbe un po’ troppo ingenuo, oltre che inesatto.
Jobs era un esperto uomo di marketing e di prodotto, ed è più ragionevole pensare che avrebbe subito cambiato idea qualora avesse considerato utile e profittevole il lancio di un pennino capace di migliorare l’esperienza utente: l’Apple Pencil che Phil Schiller ha presentato nel 2015 corrisponde proprio a questo identikit.
Questo non significa che, se Steve Jobs non fosse morto nel 2011, Apple Pencil sarebbe stato l’accessorio che è oggi. Jobs ci avrebbe messo del suo e il pennino di Apple avrebbe potuto essere molto diverso da quello attuale; oppure sarebbe stato identico all’Apple Pencil attuale.
Cioè che possiamo dire con certezza è che – come la storia ha più volte dimostrato – le parole e i pensieri non sono immutabili, compresi quelli di Steve Jobs.
Nessuno nel 2007 voleva uno stilo, ma forse Steve Jobs oggi avrebbe voluto un Apple Pencil.