Samsung è stata citata in giudizio dall’associazione dei consumatori in Australia per pubblicità ingannevole: l’impermeabilità e la resistenza all’acqua degli ultimi Galaxy potrebbe rivelarsi un grosso buco…nell’acqua. Ecco perché.
E’ Reuters a riferire che la Commissione australiana per la concorrenza e il consumo (ACCC) ha citato in giudizio l’azienda sudcoreana per aver rappresentato falsamente al pubblico la resistenza all’acqua degli ultimi Galaxy. Alcuni spot pubblicitari, infatti, mostravano come fosse possibile utilizzare il telefono sott’acqua, sia in piscina, che nell’oceano, lasciando così intendere al pubblico che si potesse immergere il terminale in qualsiasi tip di acqua.
Secondo l’associazione dei consumatori, invece, Samsung non avrebbe testato a sufficienza gli effetti dell’esposizione alle acqua in piscina o in acqua salata. L’ACCC afferma che la pubblicità di Samsung risulta fuorviante, lasciando intendere che i dispositivi Galaxy potessero essere immersi in qualsiasi topo di acqua, quando invece non è così.
Gli ultimi Samsung Galaxy sono commercializzati come resistenti all’acqua con grado di protezione IP68, quindi con possibilità di immersione in 1,5 metri d’acqua, per un massimo di 30 minuti. Il punto di ACCC è che la classificazione IP68 non copre tutti i tipi di acqua.
Tuttavia, Samsung ha dichiarato ai microfoni di Reuters che i terminali sono fedeli a quanto mostrato nelle pubblicità e che si difenderà in giudizio dall’azione promossa nei suoi confronti.
Il produttore di smartphone ha investito molto nella pubblicità per ricostruire la propria reputazione agli occhi dell’opinione pubblica, soprattutto dopo il flop mondiale del 2016, quando fu costretta a ritirare dal mercato tutti i Galaxy Note 7-