Apple ha pubblicato, come da tradizione, il consueto report semstrale sulla trasparenza (PDF), evidenziando richieste ricevute da parte di governi, autorità e forze dell’ordine per l’accesso a dati degli utenti. Per la prima volta nel report sono incluse anche le richieste relative alla rimozione di app dall’App Store.
Per il periodo che va da luglio a dicembre 2018, la multinazionale di Cupertino riferisce di avere ricevuto 80 richieste da 11 nazioni per rimuovere 634 app dall’App Store. Si tratta di richieste locali, con autorità che chiedono la rimozione delle app per gli store delle singole nazioni.
La Cina è la nazione con il più alto numero di richieste per la rimozione di app: ad Apple è stato chiesto di rimuovere 517 app dall’App Store cinese. Le richieste fanno riferimento a violazioni di normative relative a pornografia e gioco d’azzardo. Anche Vietnam e Austria hanno fatto richieste simili, citando la violazione di normative sul gioco d’azzardo.
Altre nazioni che hanno richiesto la rimozione di app, sono: Kuwait, Arabia Saudita, Turchia, Libano, Paesi Bassi, Norvegia, Russia e Svizzera. Altre motivazioni citate nelle richieste di rimozione di app riguardano la violazione del copyright, problemi legati alla privacy e altre problematiche ancora.
Il nostro Paese ha richiesto ad Apple l’accesso a 414 dispositivi, 128 richieste di identificazione finanzaria, 48 accessi ad account e 3 richieste di localizzazione per emergenza. Il report completo sull’Italia è disponibile a questo indirizzo: l’Italia non sembra aver avanzato richieste per la rimozione di app nel periodo preso in esame che va da luglio fino a dicembre 2018.
Dal report in generale si apprende che Apple ha ricevuto 29.183 richieste per i dati di 213.783 dispositivi in tutti il mondo, come segnala TechCrunch. Apple ha fornito i dati in 22.61 casi. La nazione che ha richiesto il maggior numero di accessi è la Germania con 12.343 richieste; seguono gli Stati Uniti con 4.680 richiste. Per quanto riguarda iCloud, Apple ha ricevuto 4.875 richieste per 22.503 account e ha fonito i dati nell’82% dei casi.
Apple, come abbiamo spiegato molte volte, riceve ogni anno richieste legali di vario tipo per fornire informazioni o eseguire determinate azioni. Gli enti governativi e privati che si rivolgono a Apple per avere informazioni e dati dei clienti devono attenersi alle relative leggi e normative in vigore.
Per contratto i fornitori di servizi che lavorano con Apple devono seguire le stesse procedure applicate da Apple per gestire tali richieste. I legali di Cupertino le esaminano e verificano che siano legittime dal punto di vista legale. Se lo sono, vengono forniti i dati che rientrano nell’ambito della richiesta specifica. Se una richiesta non è legittima dal punto di vista legale, o Apple ritiene che sia poco chiara, inopportuna o troppo vaga, viene contestata o respinta. Un riepilogo delle richieste è pubblicamente disponiibile ogni sei mesi.
Apple ha da qualche tempo predisposto un portale online su scala globale per i funzionari delle autorità governative: dopo essersi autenticati, è possibile inviare e monitorare le richieste di dati e ottenere le informazioni appropriate da parte di Apple. La multinazionale di Cupertino ha specifiche linee guida in materia di richieste da parte delle forze dell’ordine e svolge corsi di formazione specificiindicando il tipo di dati che Apple può rendere disponibili e come ottenerli, in conformità con le linee guida per le procedure legali. Due volte all’anno nei report sulla trasparenza è spiegato come vengono gestiti i diversi tipi di richieste che arrivano.