Jonathan Ive lascia Apple. Quello che da qualche tempo era nell’aria è stato ufficializzato nel corso della tarda serata da Apple con una nota per la stampa. «Apple annuncia che Sir Jony Ive, capo del gruppo di design di Apple, lascerà la società come dipendente più avanti, nel corso dell’anno. Si occuperà di creare una sua società che avrà Apple stessa come sua cliente».
La decisione di Ive di lasciare Apple non è sorprendente. Nel corso degli ultimi anni il coinvolgimento del designer britannico da cui dipendono gran parte delle fortune della seconda era Jobs, era progressivamente diminuito. Da protagonista assoluto di progetti come iMac, iPod, iPhone e tutti i prodotti più iconici, con l’aumentare della complessità delle linee di prodotto è divenuto il coordinatore di un team che aveva tra i suoi membri numerose figure e differenti responsabilità.
Durante il più recente periodo la sua presenza agli eventi Apple in qualità di protagonista è stata sempre meno evidente; anche se formalmente gli erano stati assegnati ruoli di maggior prestigio, l’impressione era che il suo coinvolgimento pratico nelle decisioni quotidiane -ruolo formale a parte – fosse meno incisivo e indispensabile se non del tutto scemato.
La sua partenza da Apple è in effetti iniziata molti anni fa. Già nel 2015 si affermava che le promozioni a ruoli formalmente sempre più importanti ma molto meno pratici, fossero in realtà un sistema per non sconvolgere il mercato e prepararne la sostituzione. Da ispiratore del design Apple, in ogni caso, Ive aveva dato vita al campus della Mela e da padre nobile del team era stato chiamato in causa per avallare numerose scelte tecniche e nuove linee di accessori, come la Apple Pencil. Nel 2017 si era scritto che Ive fosse tornato a comandare direttamente il gruppo del design, ma le sue apparizioni pubbliche da quel momento in avanti si possono contare sulle dita di una mano.
Ive, nello stesso comunicato con cui si annuncia il suo abbandono (in data non ancora precisata), fa cenno ad un gruppo che per come si è evoluto può camminare tranquillamente con le sue gambe. «Il team – scrive – certamente sarà in grado di fare cose eccellenti sotto la guida di Evans Hankey, vice president of Industrial Design, Alan Dye, vice president of Human Interface Design, e Jeff Williams (chief operating officer di Apple) che sono stati i miei più stretti collaboratori. Ho assoluta fiducia nei miei colleghi nel design di Apple, che rimangono i miei più stretti collaboratori, e sono impaziente di lavorare con loro per molti anni ancora»
Ive, in effetti, almeno stando a quanto afferma Apple, continuerà ad operare come collaboratore esterno dell’azienda con la sua nuova società che si chiamerà LoveFrom. Questo studio di design, creato in partnership con Marc Newson anche lui per qualche tempo in Apple (anche se il suo ruolo non è mai stato particolarmente chiaro), dovrebbe prendere vita nel 2020 e dare un contributo alla creazione di nuovi prodotti della Mela, pur senza lavorare in esclusiva per Apple.
Anche se, come accennato, la partenza di Ive non avviene né del tutto inaspettatamente, né dovrebbe modificare in maniera radicale i trend di design della Mela, certamente appartiene ai momenti storici di Apple. Ive è stato un pezzo della storia di Cupertino e la persona che dal punto di vista della ispirazione e dello spirito è stata più vicina a Steve Jobs.
Ha dettato, in coordinamento con lo scomparso fondatore di Apple, non solo il volto ma anche l’identità interiore di Apple consentendone la rinascita a cavallo della fine del secolo scorso e i primi anni del 2000. Con essa ha anche aperto nuovi orizzonti nel design industriale nella sua globalità e universalità, anche fuori da Apple, qualche cosa che potrebbe continuare a fare forse in maniera anche più vasta grazie alla sua LoveFrom.
Se volete saperne di più di Ive, Macitynet ha decine di articoli che riassumono il suo lavoro, parlano delle sue interviste e permettono così di farsi un quadro di chi è stato e di chi potrebbe anche essere in futuro Jonathan Ive.