Un bug in un’applicazione di test ha permesso di fare una scoperta interessante a Steven Edwards, project contributor di WINE, l’applicativo per l’esecuzione di applicativi Windows direttamente dal Finder di Mac OS X, senza bisogno di emulatori o virtualizzatori.
Edwards ha in sostanza scoperto che Leopard riconosce già per fatti suoi il formato Windows Portable Executabile, la “spina dorsale” delle applicazioni per il sistema operativo di Redmond (è il formato nel quale le applicazioni, il codice oggetto e le librerie sono compilate).
Richiedendo al sistema l’esecuzione di un’applicazione Windows .EXE, il sistema operativo tenta in qualche modo di richiamare i file DLL (Dynamic Link Library) di Windows necessari per l’avvio dell’applicazione. E’ un’interessante novità e questo comportamento non era presente in Mac OS X 10.4.x “Tiger”.
Le ragioni di questo comportamento del sistema non sono note. Può darsi che Apple abbia tentato di implementare un layer per il supporto di Windows in qualche build di Leopard lasciando tracce di un progetto in seguito abbandonato con l’arrivo di BootCamp, dei virtualizzatori Parallels/Fusion e del progetto WINE per Mac OS X, così come può darsi che Apple stia sperimentando nuove strade per BootCamp o le prossime versioni di Mac OS X.
Molto più banalmente, il tutto potrebbe avere anche a che fare con il firmware EMI dei Mac con CPU Intel, il quale utilizza il formato
Portable Executable di Microsoft per gestire l’hardware al di fuori del sistema operativo…
[A cura di Mauro Notarianni]