Le vendite di iPhone sono scese negli ultimi trimestri, in particolare in Cina, dove rivali meno costosi come Huawei e Xiaomi continuano a dominare: questo non ha impedito ad Apple, però, di essere il brand più prezioso al mondo per questo 2019 nell’annuale classifica di Forbes. Così il logo della Mela morsicata svetta in cima alla classifica Forbes per il nono anno consecutivo.
Il risultato è probabilmente dovuto alla divisione servizi della Mela, che adesso comprende App Store, Apple Pay, iTunes, servizi cloud e altro ancora. La divisione rappresenta il secondo segmento più importante per Apple, dopo iPhone, con un fatturato di 37 miliardi di dollari nel 2018, e con prospettive secondo Morgan Stanley di oltre 100 miliardi entro il 2023.
Il marchio del gigante tecnologico di Cupertino, per Forbes, ha un valore di 205,5 miliardi, in crescita del 12% rispetto allo scorso anno. E’ la prima volta, peraltro, che un marchio supera la soglia di 200 miliardi di dollari.
Dello spostare la propria base di utenti da una categoria all’altra Apple ne ha fatto una vera e propria forma d’arte. E questo, probabilmente, che le vale il primo posto nella particolare classifica. Dapprima gli utenti Mac hanno adottato iPod, poi sono passati ad iPhone, ad iPad e ad Apple Watch. I clienti si fidano del marchio e dunque adottano le varie categorie di prodotti con fiducia.
Mentre Apple mantiene il suo posto al vertice, Google ottiene un valore di 167,7 miliardi di dollari, in crescita del 23%. Come Apple, anche Google ha tentato di ramificare il proprio business in altre categorie. Seguono poi Microsoft, con un valore di 123.5 miliardi di dollari, e Amazon con 97 miliardi di dollari.
Chi soffre, invece, è Facebook, che negli ultimi 12 mesi ha perso quotazione, collocandosi adesso al quinto posto assoluto, con un valore stimato di 88,9 miliardi di dollari, in calo del 6% rispetto allo scorso anno. Coca-Cola è il marchio top al di fuori del palco tecnologia, con un valore di 59,2 miliardi di dollari, in crescita del 3%, e al sesto posto generale.
In classifica, oltre al moltiplicarsi i marchi di tecnologia (20 società nelle prime 100), crescono anche quelle che si occupano di servizi finanziari (13 nella top 100), di automotive (11), di beni di consumo confezionati (10) e al dettaglio (8). Ovviamente, la classifica viene stilata sulla base di numerosi fattori, tra i quali la determinazione dei ricavi e degli utili.