Diversi manager Apple, tra cui anche Steve Jobs, chiudono una ventina di cause che pendevano sul loro capo per la ben nota vicenda delle azioni postdatate. A gettare luce su un’operazione di mediazione extragiudiziale è The National Law Journal, che illustra i dettagli della vicenda.
In base ai documenti visti dagli autori dell’articolo il manipolo di dirigenti ed ex dirigenti, rappresentanti del consiglio di amministrazione, tra cui Steve Jobs, Fred D. Anderson, Peter Oppenheimer, Timothy D. Cook, Nancy Heinen, Ronald B. Johnson, Mitchell Mandich, Jonathan Rubinstein, Avadis Tevanian, William V. Campbell, Millard S. Drexler, Arthur D. Levinson e Jerome B. York, avrebbero sborsato più o meno 23 milioni di dollari, tra risarcimenti e copertura delle spese legali, per sanare la querelle intentata da investitori che si erano sentiti danneggiati dalle operazioni svolte in pagamento delle prestazioni degli stessi manager.
La vicenda, come noto, risale a qualche anno fa. Intorno ad essa si erano svolte delle indagini della Sec, la commissione di vigilanza della Borsa americana, e della stessa Apple. Nessuno dei dirigenti ancora in carica era stato giudicato colpevole, ma nel mirino erano finiti Anderson e la Heinen, che non erano più parte del consiglio di amministrazione né manager di Apple. Jobs, in particolare, era stato giudicato ‘pulito’ da una commissione speciale presieduta da Al Gore.