I dati parlano chiaro: gli ebook hanno fatto vendite per 13 miliardi di dollari, con una crescita di fatturato del 2,7% anno su anno. Gli attuali lettori di ebook sono 957 milioni nel mondo e supereranno 1 miliardo proprio nel 2020. Una rivoluzione globale.
Nel 2018 solo su Amazon i titoli di ebook di microeditori, di editori digitali “puri” oppure autoprodotti con il self-publishing, si stima siano cresciuti del 23% rispetto al 2016. I download sono aumentati del 29%. Jeff Bezos già nel 2011, 8 anni fa, affermava che «I libri digitali hanno superato le vendite dei libri cartacei. Non mi aspettavo avvenisse così presto».
E guardando al nostro Paese, i numeri sono anche più importanti. La Bruno Editore, nata digitale e prima casa editrice a portare gli ebook in Italia nel 2002, in due anni ha aumentato il fatturato del 217%, pubblicando 104 nuovi titoli con oltre 200.000 download. Tutti titoli che sono diventati in breve tempo “bestseller” proprio su Amazon.
Lo sostiene anche la ricerca annuale Rakuten Kobo sull’eReading: nel 2018 i lettori italiani che leggono in digitale sono quarti nella classifica mondiale e terzi per ore di lettura, dietro solo a Canada, Olanda e Francia.
Eppure nel programma del Salone del Libro di Torino, l’ebook è il grande assente. Pochissimi gli eventi dedicati, pensati più che altro per il marketing/social e alla vendita dei libri e pochi gli editori digitali presenti alla Fiera.
«Ho provato più volte a portare gli ebook al Salone del Libro» racconta Giacomo Bruno, il “papà degli ebook” e Presidente di Bruno Editore «Negli ultimi 17 anni ho portato progetti innovativi come gli USB-Book (2008), i QR Code Ebook (2009), il Bancomat degli ebook (2011), ho organizzato conferenze anno dopo anno, ma è sempre stata una battaglia contro i giganti. Piccoli spazi e poca risonanza mediatica. È chiaro che ci sono altri interessi in ballo, per cui si vuole tenere il digitale in un angoletto».
«Il rischio è che anche un Salone importante come quello di Torino si stia trasformando in un mercatino dove gli Editori si appoggiano solo per vendere libri. Credo invece che il Salone sia una grande opportunità per il nostro Paese per essere il centro dell’innovazione nel mondo dell’editoria, così da essere un simbolo della grande cultura italiana in tutta l’Europa».