Apple passerà a processori Arm entro il 2020. Questa volta non sarebbe una semplice voce, ma una previsione molto informata visto che arriva da chi potrebbe essere vittima della scelta: Intel.
A far trapelare la voce che il più grande produttore di processori per computer al mondo e unico fornitore di Apple è convinto di poter perdere presto la fornitura è Axios, secondo il quale i dirigenti di Intel avrebbero privatamente parlato della questione processori dei futuri Mac, ipotizzando l’addio ai processori della Casa di Santa Clara “già il prossimo anno”, in altre parole il 2020.
La voce non è certo nuova. Da anni si parla dell’intenzione di Apple di abbandonare i processori Intel e passare armi e bagagli all’architettura ARM sfruttando il suo know-how con i processori serie Ax visti su iPhone e iPad, anno dopo anno, sempre più potenti e ormai in grado di competere con processori per macchine desktop.
A corroborare le ultime voci, i progressi intorno al “progetto Marzipan”, l’iniziativa multifase di cui dovremmo conoscere dettagli alla prossima conferenza sviluppatori di giugno e che ha l’obiettivo di permettere agli sviluppatori di creare app “universali”, eseguibili su iPhone, iPad e Mac.
Quel che potrebbe terrorizzare la concorrenza – il passaggio ad una differente piattaforma con differenti processori – è un vero incubo viste le contorsioni cui si sottopongono i produttori di software, per Apple è qualche cosa di già visto.
Cupertino ha già altre abbandonato architetture di riferimento. L’ha fatto passando dai processori Motorola 680×0 ai PowerPC, e ancora dai PowerPC agli Intel. Intendiamoci: un simile passaggio non sarebbe semplice, per via di numerose applicazioni legate ai processori Intel ma Apple potrebbe stuzzicare gli sviluppatori invogliandoli a creare app universali e fornire strumenti e layer di emulazione, come fece ai primi tempi nel passaggio da PowerPC a Intel.
A ottobre dello scorso anno l’analista Ming-Chi Kuo di TF Securities in una nota inviata agli analisti aveva sottolineato i solidi rapporti di Apple con la fonderia di TSMC e ipotizzato l’arrivo dei SoC serie Ax anche su Mac, evidenziando vantaggi come la possibilità di controllare “a tutto tondo” i vari aspetti hardware del Mac (alla stregua di quanto possibile ora su iPhone e iPad) e la possibilità di beneficiare di costi minori per costruire i Mac.
Questa non è la prima volta che si vocifera dell’intenzione di Apple di passare a CPU con architettura ARM. Ad aprile del 2017, Bloomberg aveva riferito che la Mela, a partire dal 2020, avrebbe intenzione di usare dei processori progettati ‘in casa’ al posto di quelli di Intel per i suoi Mac, un piano che ha il nome in codice Kalamata.
Apple sfrutta le CPU Intel da 14 anni, dopo avere abbandonato con Steve Jobs i processori PowerPC che il duo Motorola/IBM non riusciva a produrre in varianti adatte ai portatili. Il passaggio, sempre ammesso che ci sarà, potrebbe essere graduale, a partire da macchine di fascia bassa tipo MacBook e Mac mini.