Arriva PMc, il magazine solo per iPhone (nel senso che si può leggere solo sul piccolo display del telefono di Apple) creato da Patrick McMullan, super-fotografo di moda e vip a New York che ha deciso di sbarcare su quella che considera una piattaforma innovativa per il mercato. E il New Yorker gli dedica spazio, perché il fenomeno è interessante.
Qui negli Usa c’è di nuovo voglia di eBook. E di carta digitale. E di nuove forme che diano vita (e soldi) all’agonizzante mercato editoriale del Nuovo continente, dove a breve potrebbero sparire la metà dei 1.500 giornali locali e le grandi riviste, distribuite nelle Pharmacy e nei Mall, vedere ridimensionati i budget alla grande. Una soluzione è stata, per i grandi giornali a diffusione quasi nazionale, la riduzione del formato: dal foglio “broad” al formato compact: Wall Street Journal, Washington Post, New York Times, e persino lo storico magazine Rolling Stone è venuto a patti con la sua dimensione “gigante”. Perché non ridurre tutto ancora, virtualizzando dentro lo schermo di un telefonino?
McMullan ci crede e si gioca la carta dell’esordiente, sperando che il vantaggio competitivo del primo arrivato gli consenta di fare la corsa a suon di 99 centesimi di dollaro (il costo di ciascun numero di PMc, visto che il posizionamento “deve essere alto e non cheap”, dicono al New Yorker quelli della nuova rivista). L’idea è di sfruttare la voglia di innovazione e di glamour che il telefono di Apple si porta dietro, perché in realtà analoghe iniziative, cioè riviste solo per un singolo apparecchio hi-tech, erano già nate con Kindle il lettore di Amazon che sta cercando di farsi un mercato e sta anche per sbarcare in Europa (Gran Bretagna, forse Francia e pure Germania).
Il progetto di PMc è semplice: bellissime foto, impaginazione appropriata alle dimensioni dello schermo, flessibilità che si regge anche su uno stile di scrittura tutto secco e senza avverbi, aggettivi e lunghi fraseggi (cosa in cui l’inglese può essere maestro, rispetto all’italiano) perché le ridotte dimensioni dello schermo non si accostano bene con il periodare ponderoso. A New York c’è già la redazione e si lavora alacremente: il primo numero doveva già essere fuori in queste ore ma i nostri controlli, grazie all’account statunitense di App Store finora non hanno prodotto risultati positivi.
L’attenzione dei media, pur senza niente di concreto davanti, è tuttavia notevole. Senza dubbio, perlomeno nella capitale culturale degli Usa, cioè New York, la rivista è già diventata un successo virtuale. Adesso, deve diventarlo anche in digitale.