Wiliot è un’azienda israeliana che ha ottenuto finanziamenti (30 milioni di dollari) da parte di Amazon, Samsung e altri partner per proseguire lo sviluppo di minuscolo chip Bluetooth in grado di funzionare senza batterie. L’oggetto, una sorta di “francobollo” RFID, assorbe l’energia di cui ha bisogno direttamente dalle onde elettromagnetiche circostanti: Wi-Fi, Bluetooth e onde radio in generale, tutto gestito da un processore con architettura ARM.
Questo particolare oggetto, spiega il sito The Verge, potrebbe essere utile nell’ambito dell’Internet delle Cose, consentendo di collegare dispositivi di vario tipo senza bisogno di batterie.
L’azienda evidenzia vari esempi di potenziale utilizzo, incluso l’ambito consumer per l’accesso a manuali digitali quando non si ha più a disposizione il manuale cartaceo di un dispositivo; altro esempio è in abbinamento alle etichette sugli articoli di abbigliamento per fornire indicazioni ottimali per il lavaggio di un capo.
A rendere particolarmente interessante l’oggetto è la possibilità di integrare dei sensori: oltre a sistema di tracking nella filiera globale di distribuzione (il tracciamento dalla fabbrica al negozio), un sensore può consentire la segnalazione di un oggetto troppo caldo o troppo freddo; un sensore di pressione potrebbe individuare l’assenza di cibo da un contenitore o consentire di ordinare automaticamente una scorta, rendendo realmente possibili i frigoriferi “smart” che ordinano la spesa.
Altro ambito di utilizzo potrebbe essere quello pubblicitario per consentire al potenziale acquirente di ottenere dal proprio smartphone dettagli di vario tipo su un capo di abbigliamento, un giocattolo, ecc. Interessante è anche la possibilità di tracciare oggetti perduti o smarriti, funzionalità già possibile ora con alcune soluzioni che hanno però il limite di funzionare finché dura la batteria.
Wiliot conta di avviare la distribuzione già quest’anno, produzione che dovrebbe entrare a regime nel corso del 2020.