Brick non è un nuovo portatile, il favoleggiato tablet Mac, l’erede del Mac mini o un software anti-Windows, ma un processo produttivo rivoluzionario. A lanciare l’ennesima indiscrezione sul più gettonato e misterioso tra i nomi in codice del momento e a cercare di mettere un punto fermo nel turbinare delle voci, è il sito che per primo ha l’ha reso publico: 9to5 Mac.
Brick, il “mattone” di cui si parla da giorni, spiega Seth Weintraub è legato al lancio del nuovo MacBook, ma non è il nuovo MacBook. Piuttosto si tratta del sistema con cui mediante torni a controllo numerico, raggi laser e getti d’acqua, viene scavata una lastra di alluminio per realizzare il guscio esterno della macchina. Il blocco metallico realizzato in questo modo e non mediante stampaggio, avrebbe il vantaggio di poter essere lavorato in maniera più accurata e di avere un limitato numero di difetti oltre che un costo ridotto per via dell’abbattimento della mano d’opera. Apple, in più, avrebbe il vantaggio che deriva da realizzare in proprio una parte importante delle sue macchine, accelerando il passaggio dai prototipi alla fase di produzione vera e propria. Infine avere in casa il processo di produzione dei case potrebbe dare aprire le porte ad una maggior capacità di innovazioni stilistica.
Per tutto questo il sistema sarebbe molto più che una semplice variante di una metodologia attuale. Secondo Weintraub Apple con la tecnica “Brick” intenderebbe imporre una vera e propria svolta strategica nel modo con cui costruisce le sue macchine. Su di essa sarebbero stati investite ingentissime quantità di denaro, finalizzate a creare una nuova linea di assemblaggio che libererebbe, almeno in parte, Apple dalla dipendenza dalle fabbriche cinesi. Insomma, il metodo “Brick” verrebbe usato anche per realizzare altri Mac e altri prodotti Apple.
Jobs non è nuovo, nota 9to5 Mac, al pensiero di avere una linea di assemblaggio proprietaria. Ai tempi di NeXT l’attuale Ceo di Cupertino aveva fatto costruire una fabbrica che sfornava i PC impiegando solo 100 dipendenti che riuscivano ad assemblare macchine con un ridottissima percentuale di difetti.
Una innovativa linea di produzione dei case giustificherebbe anche alcune affermazioni di Peter Oppenheimer, il Cfo di Apple, che aveva parlato di profitti ridotti dagli investimenti necessari per fare fronte all’innovazione richiesta da prodotti a prezzi “che i concorrenti di Apple non saranno in grado pareggiare per anni”. Costruire una linea di produzione dei case come quella paventata da Weintraub, un giornalista che in passato ha dimostrato di avere buoni agganci nel mondo Apple, costituirebbe un importante investimento economico iniziale ma a lungo termine darebbe un importantissimo vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza.