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iPad con USB-C, si risparmia spazio e si viaggia leggeri

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Ci saranno problemi di velocità. Ci saranno problemi di qualità (le cinesate apparentemente economiche possono costare care). Ma in realtà non ci sono problemi di compatibilità e soprattutto di flessibilità. La USB-C, appena sbarcata nel mondo iPad Pro con l’ultima generazione dei tablet per creativi e professionisti di Apple, offre qualcosa di più. L’integrazione con un mondo di accessori e connessioni, ma anche un paio di trucchi niente male.

Cominciamo da quest’ultimo. Chi scrive sta per partire per un viaggio di lavoro piuttosto lungo (ma lo stesso discorso si applica anche per le oramai prossime vacanze di Natale). Stando tanto tempo fuori casa, tra un aereo e l’altro, anche mezzo centimetro, anche pochi grammi in più fanno la differenza. L’esercizio di togliere, anziché aggiungere, alla valigia, è sempre una buona cosa e il benvenuto. Dopotutto, viaggiando con iPad Pro si viaggia leggeri e quindi, perché non provare a fare davvero il salto nel mondo della USB-C? C’è tanta crosta da grattare prima di poter dire di essere arrivati al minimo indispensabile per viaggiare.

Stiamo viaggiando con iPad Pro 11, recensito da Macitynet, ma a casa c’è anche il MacBook 12 pollici, quindi le valutazioni valgono un po’ per tutti e due. Entrambi infatti utilizzano la connessione USB Tipo C. Vediamo quali opportunità si aprono con un viaggio minimalista per gli accessori.

Apple Watch

Con la Usb-C “less is more” e si viaggia più leggeri

Ad esempio, cominciamo dal caricabatterie e il cavetto dedicato all’Apple Watch, in verità un oggetto magnetico piuttosto scomodo e a suo modo ingombrante. In un mondo che è completamente migrato alla USB Tipo C (vedremo tra un attimo perché e come) la disponibilità di un cavetto che permetta di caricare anche il Watch con la USB C vuol dire non solo lasciare a casa l’alimentatore “classico” di ordinanza fornito da Apple, ma anche poter sfruttare ad esempio il MacBook oppure l’iPad Pro per caricare il Watch.

Detto fatto: abbiamo comprato il nuovissimo e non economico cavetto di Apple: 35 euro per trenta centimetri. È molto corto, direte voi, ma in realtà lo consideriamo un vantaggio. È infatti una cosa comoda per l’uso che intendiamo farne, cioè usarlo connettendolo ai device e non all’alimentatore a muro, anche perché è veramente piccola la batteria del Watch e quindi si ricarica velocemente senza azzerare quella del tablet o del computer. Ovviamente funziona che è un sogno e prende pochissimo posto.

Kindle e fotografie

Con la Usb-C “less is more” e si viaggia più leggeri

Viaggiare richiede sempre un piccolo compromesso. In questo caso è portarsi un adattatore USB tipo C a USB tipo A. Può sempre tornare utile. Quello di Apple è ottimo e costa poco. Assieme a questo cavetto, abbiamo anche un normale cavetto da USB A a micro USB, che però è anche in grado di trasportare dati e non solo energia. Attenzione perché non sempre i cavetti Micro USB riescono a far passare i dati attraverso l’adattatore.

Questo serve ad esempio per ricaricare il Kindle o un eventuale altro accessorio. E poi abbiamo scelto di usare, anziché un hub (che abbiamo a casa, ne riparliamo tra un attimo) un piccolo adattatore per schede SD e micro SD che va direttamente nella USB tipo C.

È un ottimo adattatore di Aukey che funziona perfettamente e, rispetto al nuovo adattatore di Apple, ha il vantaggio di costare molto meno, essere più piccolo e agganciare direttamente le micro SD. Ma non è detto che in futuro non penseremo anche a quello di Apple. Magari come regalo di Natale (dopotutto, cosa si può regalare a uno che ha già tutto, ovvero il MacBook, l’iPhone, l’iPad Pro e l’Apple Watch?).

L’importazione delle fotografie va che è una favola e, ali limite, si può sempre far ricorso alla connessione WiFi con apposita app dedicata, se la vostra fotocamera la prevede, perché quelle app che girano su iPhone girano anche su iPad.

Caricabatterie e iPhone

Con la Usb-C “less is more” e si viaggia più leggeri

Veniamo al sodo: come ricaricare il tutto. Il nuovo caricabatterie USB C da 18 Watt dell’iPad Pro è comodo ma non ci convince, come ha scritto anche Lamberto Mandelli nella recensione dell’apparecchio che ci sentiamo di sottoscrivere.

Per fortuna, abbiamo a disposizione anche il caricabatterie da 30 Watt del MacBook, più un altro caricabatterie da 60 Watt (sarebbe quello in dotazione al MacBook Pro 13 pollici) che abbiamo comprato in un Apple Store americano per avere un secondo, più potente caricabatterie e avere a disposizione anche uno spinotto americano. Sui caricabatterie dei MacBook e MacBook Pro gli spinotti si possono cambiare e questo ci permette di scegliere quale portare con noi in viaggio e in quale paese dobbiamo andare senza bisogno di portare scomodi e ingombranti passaspina.

Assieme al cavetto di Apple per la ricarica USB Tipo C (che funziona ottimamente anche per i dati) abbiamo ovviamente comprato anche il cavetto Lightning a USB C, che ci permette di ricaricare il telefono utilizzando il caricabatterie del MacBook.

Le cose diventano ancora più interessanti

Con la Usb-C “less is more” e si viaggia più leggeri

Con l’arrivo della carica via USB tipo C nell’iPad Pro, oltre che con il MacBook 12 pollici e Pro, è possibile anche un altro scenario. Non solo si possono ricaricare questi dispositivi usando velocità maggiori se il caricabatterie ha un wattaggio sufficiente e supporta la Power Delivery, ma è anche possibile caricare gli accessori assieme. Questo diventa davvero interessante se si decide di viaggiare con il solo iPad Pro come “computer principale”.

Ad esempio: si può ricaricare il Watch oppure l’iPhone connettendoli all’iPad, oppure il Kindle. Non abbiamo provato con la macchina fotografica, ma questo dipende dal tipo di apparecchio. Ce ne sono alcuni compatti che prevedono la ricarica direttamente via micro USB, mentre altri non consentono di ricaricare le batterie a bordo macchina. Anche qui, siamo sull’orlo di una ulteriore trasformazione perché le nuove macchine fotografiche sempre più spesso hanno come “uscita dati” ed “entrata energia” proprio la USB C.

In questo scenario, non serve più un adattatore per le schede di memoria ma si può semplicemente connettere la macchina con il cavetto di serie di Apple e scaricare le immagini sul MacBook o sull’iPad Pro, e poi utilizzare lo stesso cavetto con il caricabatterie del computer o del tablet per caricare anche la macchina fotografica.

Due avvertenze in conclusione

Con la Usb-C “less is more” e si viaggia più leggeri

Nello scenario che abbiamo disegnato ovviamente entrano anche varie altre cose da dire. La prima è che la crescente diffusione della USB C sta portando all’idea che si possa finalmente utilizzare una connessione universale sia per la carica che per il trasferimento dei dati e delle informazioni.

Chi scrive utilizza ad esempio i due adattatori separati di Apple per il video (Hdmi e VGA) oppure un piccolo hub della Dell che ha questo tipo di funzionalità. Sono prodotti premium, costano più cari, e hanno la possibilità di caricare ma anche far uscire dati da tutte le porte (questo soprattutto per Apple). Invece, con un altro hub made in Asia dal design più elegante di metallo, si ha solo la possibilità di ricaricare l’apparecchio mentre le porte dati (USB tipo A, SD e micro SD) funzionano normalmente.

Tutte queste opzioni sono piuttosto complicate all’apparenza, e sicuramente ridondanti. Ma adesso si applicano senza problemi anche per l’iPad Pro. La prima problematica è che dipendono molto dal tipo di lavoro e di uso che si deve fare. Quindi, ed è la prima avvertenza, se è vero che “your mileage may vary”, cioè che dipende dall’uso e dai bisogni.

Recensione iPad Pro 2018 11"
Il connettore USB-C di iPad Pro

Questo è vero soprattutto se, a differenza di chi scrive, avete bisogno di caricare tutto in parallelo. Chi scrive si è organizzato e ce la fa con un caricabatterie e un po’ di disciplina. E un piccolo trucco: un cavetto USB C a USB A maschio, che si può usare ad esempio per caricare tutti i dispositivi USB C in aereo sfruttando la presa USB A messa a disposizione.

Ma non è detto che questo sia il vostro modo, e quindi la soluzione potrebbe non andare bene per voi.

La seconda avvertenza è che, arrivati a questo punto della lettura probabilmente pensate che siamo in un incubo nel quale servono diecimila adattatori. In realtà siamo in una fase di lenta transizione (durata tre anni) quasi compiuta. Tra poco non servirà più buona parte di questi adattatori (ad esempio, il lettore schede SD, se le fotocamere passano tutte a USB C). E quelli che continueranno a servire non sono adattatori ma veri e propri strumenti per connettere gli accessori.

Detto questo, la USB C sull’iPad Pro offre decisamente più opportunità che problemi. Fidatevi.

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