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Microsoft investe su Dell per mantenere il controllo nel settore corporate

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“Microsoft ha comprato Dell”. La stampa (specie italiana) ieri era piena di titoli di questo tono. Se davvero fosse così, si sarebbe trattato di qualche cosa di storico: il più importante produttore di sistemi operativi al mondo che compra un’azienda ancora, tutto sommato (e nonostante i problemi degli ultimi anni) leader nel mondo dell’hardware sarebbe una notizia clamorosa, capace di sconvolgere gli equilibri dell’intera IT, ma, ovviamente non è così. Microsoft non ha comprato Dell, ha investito in Dell 2 miliardi di dollari, partecipando (insieme a banche e società d’investimento USA) alla privatizzazione dell’azienda.

Tecnicamente il piano di riacquisto delle azioni Dell come abbiamo riportato qui, prevede il pagamento di ogni singola azione al valore di 13,65 dollari, una quotazione del 25 superiore rispetto al prezzo di chiusura della borsa dell’11 gennaio, prima cioè che fossero divulgati i piani per la privatizzazione, e del 37% superiore rispetto alle quotazioni medie rilevate negli ultimi 90 giorni. Al termine della transazione, Micheal Dell, continuerà a essere CEO e chairman della società e a controllarne le sorti e per quanto riguarda l’impegno di Redmond poco o nulla c’è sotto il sole.

La casa di Redmond da sempre nei suoi 37 anni di storia ha investito in società che si occupano di tecnologia.  Sul sito web di New Delhi Television, è riportato un elenco di alcune delle molte società nelle quali Microsoft ha investito: Nook (600 milioni di dollari), Skype (8.5 miliardi di dollari), Nokia (1 miliardo di dollari), Yahoo (fallito l’acquisto, si è passato a un patto operativo), Danger (500 milioni di dollari in software e servizi per il web sfumati nel disastro Kin), Facebook (240 milioni di dollari per comprare l’1.6% di azioni del social network), aQuantive (un investimento col senno di poi sbagliato, costato 6.3 miliardi di dollari per spingere il fatturato dell’advertising online e come risposta all’acquisizione di DoubleClick da parte di Google), Great Plains/Navision (due società che hanno permesso la nascita di software business destinati alle aziende), Korea Telecom (primo provider coreano di servizi internet), Bungie (solo 10 milioni di dollari per portarsi a casa i creatori di Halo, serie di videogiochi che ha venduto più di 45 milioni di copie), AT&T (5 miliardi di dollari in azioni nel 1999), Apple (150 milioni di dollari nel 1997 per l’acquistato un pacchetto azionario senza diritto di voto, l’obbligo di realizzare versioni di Internet Explorer e Office per Mac e l’accordo di terminare le cause in corso con licenze incrociate sui brevetti), Comcast (1 miliardo di dollari nella società di broadcasting).

Perché Microsoft ha dunque investito in Dell? Il primo motivo è semplice: mantenere il controllo sull’ecosistema Windows. Il secondo è un po’ meno ovvio: puntellare in profondità i sistemi informatici del settore corporate.  Dell è infatti tra i più importanti produttori di computer al mondo, molto apprezzato dagli utenti aziendali.  I server e l’infrastruttura di qìuesta società sono un ottimo “cavallo di troia” che l’occhio lungo di Redmond non può farsi scappare e che gli permetterà, con offerte specifiche, di addentrarsi ancora più nel settore delle grandi imprese, da sempre fiore all’occhiello di Dell. La partnership permetterà di offrire su un piatto d’argento data center e servizi alle tante aziende che sempre più si spostano sul cloud. D’altra parte è scritto a chiare lettere nel comunicato stampa diramato dalla casa di Redmond: “Il settore è in continua evoluzione. Cerchiamo nuove opportunità per sostenere i partner che s’impegnano e contribuiscono a supportare dispositivi e servizi basati sulla piattaforma Microsoft”.

 

[A cura di Mauro Notarianni]

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