Non sapete dove siete, perché siete lì, né cosa dovete fare, immersi in ambienti nebbiosi assolutamente solitari e illuminati da soffuse luci che virano su colori accesi tutto lo schermo, accompagnati da una colonna sonora insistente che ammanta il mondo che vi circonda di una punta di mistero in più. Se non fosse per la ridondante precisione geometrica delle strutture che attraverserete potrebbe essere un sogno lisergico, in realtà è Kairo, il mondo immaginario protagonista dell’omologo gioco sviluppato da Richard Perrin e da poco arrivato sullo Store in versione Universal, ottimizzata, cioè, sia per iPad che per iPhone.
Lo scopo del gioco è semplicissimo: dovrete esplorare il mondo che vi circonda, inoltrandovi sempre di più nelle profondità di enormi costruzioni che ricordano antichi templi ormai abbandonati da innumerevoli anni, costellati di meccanismi altrettanto misteriosi, ma ancora in funzione. Spetterà a voi trovare il modo di attivarli, per proseguire nel vostro viaggio: accendere un fascio di luce che nell’oscurità indica il passaggio giusto, aprire porte segrete, attivare ponti per attraversare vertiginosi burroni, mettere in funzione antiche apparecchiature. Man mano che si proseguirà il tutto diventerà sempre più complicato, ma troverete sul vostro cammino indizi sui costruttori della struttura.
Il vero punto di forza e l’originalità di questo titolo è proprio l’ambientazione, del tutto straniante, e che genera un senso di disorientamento acuito dal trovarsi proiettati in un mondo sconosciuto e spopolato, dove però la presenza degli antichi fondatori è costante nei simboli esoterici e nelle complesse apparecchiature. La musica, la grafica 3D con visuale in prima persona e il ritmo lento e la scarsa interazione che consente il gameplay, poi, tutto allo stremo.
Kairo è disponibile, in versione Universal, a 4,49 euro.
