Cara Apple ti scrivo. Perché voglio dirti un po’ di cose (e poi forse mi distraggo un po’). La prima cosa è che so che stai facendo uno sforzo enorme, vedo che i tuoi prodotti continuano a migliorare e che il design è ai livelli di sempre se non meglio. Brava. Però non bisogna dormire sugli allori. No no, proprio no.
Prima della fine dell’anno, infatti, voglio che tu riesca a fare di più. Ci sono cose che non vanno, cose che ancora sono indietro e cose che sarebbe bello se succedessero. Te le racconto brevemente.
La prima è farci sognare con nuovi prodotti inediti. Le tue “One More Thing” che forse per rispetto o forse per mancanza di materiale all’altezza, non fai più. Invece devi sorprenderci ancora e devi farlo con qualcosa di speciale, inaspettato, semplicemente geniale. Dopotutto sei Apple, se non lo fai tu chi potrebbe farlo? Samsung? Dai, non scherziamo.
Poi, è arrivato il momento di completare la linea dei portatili. I figli dei MacBook Air dove sono? Come si chiamano? E soprattutto, quanto costano? Perché se uno vuole comprarsi un MacBook comincia spendendo 1400 euro che, tu mi capisci, non sono esattamente la cifra che uno studente normale si può permettere. Quindi, bando agli imbarazzi e tira fuori un low-cost high-performance come dio comanda. Dodici se non quattordici ore di autonomia, processore medio, archiviazione da 128 GB e via pedalare. Soprattutto però, schermo Retina. Grazie.
Poi, è arrivato anche il momento di dare una botta di vita alla linea dei Mac da scrivania. Voglio un bel Mac mini che faccia da computer low-cost low-power casalingo. Qualcosa che si possa usare nelle scuole, che vada bene come piccolo strumento di lavoro per tutti i giorni magari per la segreteria, che costi poco e che possa diventare una specie di server casalingo. Lo so che non è nella tua filosofia, tutta centrata su iOS e tvOS per fare da hub della casa del futuro, però dai, fai uno sforzo, dacci qualcosa che valga la pena comprare.
E, assieme al Mac mini, ovviamente devi tirare fuori il computer che si compreranno solo gli emiri arabi e i ricconi della Nasa: il Mac Pro modulare e super-potente, una di quelle cose che partono da 5mila euro a salire. Dai, fallo: non esagerare con il design, questa volta fallo che non somigli (troppo) a un’urna cineraria o al cestino della carta straccia di Darth Vader, e tiralo fuori per Natale. Anche i bambini molto ricchi hanno diritto di trovare qualcosa sotto il loro albero.
Veniamo a un po’ di cose piccolette: c’è bisogno di cuffie AirPods nuove, e c’è soprattutto bisogno che tu mantenga la tua promessa e ci dia anche AirPower. Lo so che non funziona, che probabilmente il tizio che ti ha detto che si poteva fare a questo punto l’avete licenziato e avrà aperto un chiosco di hot-dog a San Jose, lo so che scalda troppo e che crea problemi a manetta. Però, dai: se non riuscite voi a fare i miracoli a chi ci dobbiamo rivolgere? A Samsung? Ma dai…
Poi c’è la vertenza degli iPad. Quelli sappiamo tutti che sono già lì, pronti per essere presentati e venduti. Che Tim Cook ci fa la posta già da sei mesi mentre gira con l’aereo di Apple di qua e di là. Avranno il riconoscimento facciale, il processore cazzuto degli iPhone XS e anche meglio, saranno tutto schermo e quindi con un fattore di forma minore avranno schermi uguali o più grandi. Seguiranno la strada dell’iPhone X, insomma, anche se avranno schermi LED e non AMOLED (costano troppo).
Però non farmi lo scherzo di cambiare lo spinotto dei Pro e soprattutto non dirmi che gli iPad Pro sono i nuovi MacBook Air e chiuderla qui con i portatili low-cost perché è vero che con l’iPad si fa un sacco di roba, che le tastiere abbondano, c’è anche la penna touch e che ci sono impallinati che li usano anche come server web. Però non scherziamo, qui servono computer veri per le scuole, non solo tablet fighissimi. Altrimenti tiriamo su una generazione di gente che non sa neanche più cosa sia una tastiera.
Lo so, questo è il sogno segreto di Jony Ive: passare alla storia come l’uomo che ha cancellato la tastiera dalla nostra vita, ma in realtà lui ha frainteso quel che Jobs chiedeva quando voleva che si togliesse tutto quel che non serve dai computer, e comunque la leggenda che abbia strappato tutti i tasti da un portatile per rispondere alla domanda “cosa toglieresti ancora?” e per l’appunto solo una leggenda.
Non so se mi sto dimenticando qualcosa. Ah, sì: bisogna fare un po’ di ordine fra gli accessori e le cosine secondarie che rendono misera la nostra vita di appassionati e di utenti. Abbiamo telefoni e tablet epici e caricabatterie da lumache: bisogna aumentare il voltaggio o il wattaggio o quello che vi pare, ma comunque aumentare.
Ci sarebbero poi i router senza fili: non dico di rifare Time Capsule e AirPort, ma insomma, perché non li rifai? La mia Time Capsule da mezzo Terabyte regge l’anima con i denti: ho anche disabilitato la parte WiFi e la tengo come disco di rete connesso al router di casa, perché comunque i suoi servizi vengono “visti” dal MacBook, dall’iPhone e dall’iPad, nonché dall’Apple TV senza problemi. Ecco, serve qualcosa del genere ma più moderno, con reti WiFi di queste nuove che vanno come palle di cannone.
A proposito di reti WiFi, vediamo anche di togliere tutti questi bug e mica bug che non si riesce a connettersi come una volta. Santo cielo, il WiFi l’hai sdoganato tu e adesso ci sono telefonini che agganciano il segnale anche dalla casa di un altro mentre io devo girare come un rabdomante per tutto l’appartamento (e vivo in un bilocale). Non va bene.
A proposito di bug, diamo un bel giro di vite a questi programmatori. Hanno il campus bello con la palestra e il giardino? Facciamoli lavorare. Mettiamo un bell’orologio e cominciamo a pagarli a tempo. Niente più aperitivi nell’auditorium quando Tim Cook si è addormentato (si sveglia alle quattro del mattino e va in palestra due ore a fare la posta elettronica sulla cyclette mentre ascolta Jay Z con gli AirPods, ci credo che alle sette di sera sia già addormentato come un sasso nel suo bozzolo nel retro dell’ufficio), niente più grigliate o partite a tresette.
Qui si lavora e si scrive codice come dio comanda. Altrimenti tutti a casa e ci prendiamo quelli di Google, che non sanno farsi gli affari propri neanche se li minacci ma almeno il codice sanno scriverlo. Per dare una smossa ai programmatori possiamo sempre dirgli che buttiamo anche Swift (e Go), se va avanti così, e prendiamo TypeScript. Li facciamo lavorare tutti nella PowerShell. Vedi se non si danno una bella sveglia.
Ci siamo, ti ho detto tutto. Forse un paio di cose me le sono dimenticate e te le mando dopo con un messaggino. Prima uno per dirti “guarda che ti ho scritto una lettera, leggila per favore” e un altro con una faccina per dirti “non ti sarai mica offesa, vero?”. E scusami per i refusi, ma questa dannata tastiera ultrapiatta è tanto bella da guardare, però quando ci devi scrivere sopra, soprattutto se hai attivato anche la maledetta autocorrezione di Siri, è un disastro. Ecco, fammi una tastiera come dio comanda, e magari – dico solo magari – abbassa un po’ i tuoi prezzi. Perché un telefono con mezzo terabyte che costa come uno scooter a me un po’ mi fa strano.
Ecco, ti saluto tanto. Anche perché anche questo Natale passerà e ci saranno iPhone nuovi, iPad nuovi, Mac e MacBook nuovi, macOS e iOS nuovi. Insomma, io mi sto già preparando. È questa la novità.