In una sentenza emessa lunedì ma resa nota solo ieri, l’United States Patent and Trademark Office (USPTO) ha preliminarmente stabilito che un brevetto chiave in possesso di Apple per l’iPhone non è valido. Tutte e venti le richieste incluse nel brevetto numero 7,479,949 conosciuto come “The Steve Jobs Patent” relative a “schermo touch, metodi e interfacce grafiche per determinare in modo euristico comandi da applicare” sono state respinte.
Apple ha usato il brevetto in questione sia contro Samsung, sia contro Motorola. In un caso discusso all’inizio di quest’anno, il giudice Richard Posner aveva decretato che gran parte dei brevetti contro Motorola erano nulli. Nel 2010, una richiesta di riesame all’USPTO era stata negata ma un’istanza successiva è stata accolta, arrivando al riesame conclusivo e non vincolante. La decisione non condizionerà immediatamente i procedimenti in corso o quelli passati (ad esempio il caso Apple contro Samsung) ma potrà essere un elemento importante da usare in appello.
Florian Mueller, il blogger che segue molte questioni legali delle aziende che si occupano di informatica, riporta che “molte rivendicazioni respinte in questa fase, non perdurano. Ci sono altri passi che è possibile compiere all’USPTO, seguiti dall’impugnazione presso il Federal Circuit e, in ultima analisi, presso la Corte Suprema. Alcuni ritengono che l’operato dell’Ufficio Brevetti USA sia sempre parziale essendo basato sulle sole motivazioni di chi impugna i brevetti e molti esaminatori preferiscono prendere anticipatamente posizione in modo che il titolare di un brevetto presenti argomenti più convincenti per rafforzare la validità di una concessione in fase di revisione”.
Per Mueller la questione si fa seria per Apple e il completo respingimento del brevetto rende più difficile la difesa per Cupertino difronte all’USPTO. La sentenza attuale non è come già detto vincolante e sarà necessarie attendere altri riesami, prima della delibera definitiva. Il respingimento in ogni caso migliorerà indubbiamente l’umore degli avversari nei vari tribunali.
[A cura di Mauro Notarianni]