Apple non può pretendere che Motorola abbassi i prezzi per la concessione in licenza di alcuni dei suoi brevetti. Questa la sentenza giunta da un tribunale federale del Wisconsin che ha reputato non ammissibile la posizione assunta da Apple che reputa esoso il costo del 2.5% del costo complessivo dei prodotti iOS e Mac che utilizzano tecnologie brevettate dalla controparte.
La vicenda è stata innescata proprio da una controversia sui costi. Mentre Motorola chiedeva inizialmente 2,5 dollari per ogni dispositivo che contiene i brevetti concessi secondo i termini FRAND (una particolare modalità che obbliga i detentori di alcune tecnologie essenziali al funzionamento in base a standard internazionali dei dispositivi a concederle a costi considerati equi), Apple replicava con un’offerta di 1$ per dispositivo. L’azienda delle alette, ora di proprietà di Google, si era detta disponibile a trattare ricevendo di riscontro un secco “no” da Cupertino. Questa rigidità, mantenuta anche durante la controversia sul piani legale, secondo Florian Mueller, blogger esperto in questo ambito, ha danneggiato la Mela. La Corte sarebbe infatti stata incline a sedere dalla parte di Apple, in rispetto agli standard del settore, ma la risoluta volontà di Apple a scendere a compromessi, ha spinto il tribunale sul fronte opposto.
Ora la speranza di Apple di non dover sborsare una cifra molto ingente per ciascuna iPhone o iPad che fa uso delle tecnologie di Motorola, risiede nell’appello. Da parte sua, in ossequio ai termnini FRAND, Motorola non può rifiutare la concessione dei brevetti e non può pretendere cifre fuori dai termini “ragionevoli” definiti proprio dal FRAND, ma ha comunque diritto a trattare sul un prezzo che sia in un tempo equo e non discriminatorio, ma non figuri come una vera e propria “svendita” alle condizioni dell’acquirente.
[A cura di Mauro Notarianni]