Apple dovrebbe usare la sua riserva di denaro liquido per acquistare sue proprie azioni. Il parere è di Tony Sacconaghi, analista di Bernstein che lo esprime in una ricerca pubblicata nel corso della giornata di ieri.
Secondo Sacconaghi questa operazione è non solo possibile grazie alla enorme massa di denaro depositato nelle casse di Cupertino (24,5 miliardi di dollari), ma anche consigliabile perché finirebbe per incrementare notevolmente i profitti. Se Apple spendesse 10 miliardi di dollari per comprare sue azioni, dice l’analista, i profitti per azione potrebbero crescere del 4% o addirittura del 9 se non del 15% se l’investimento fosse di 20 miliardi di dollari. A giudizio di Sacconaghi questa operazione è sicuramente più consigliabile rispetto all’acquisto di altre aziende per investire nelle loro tecnologie.
Nei giorni scorsi Jobs ha parlato in maniera esplicita della grande riserva di cassa facendo cenno alla rilevanza di avere così tanti soldi a disposizione sia per evitare prestiti in un momento in cui potrebbe essere difficile ottenerne a buon prezzo sia per fare qualche acquisizione.
Apple non attua il cosiddetto “buy back” delle azioni da cinque anni e nel corso della sua storia non ha mai speso grandi cifre; nel corso degli ultimi 10 anni solo 217 milioni di dollari sono stati investiti a questo scopo. Apple non ha neppure acquisito grandi aziende come potrebbe fare disponendo di 24,5 miliardi di dollari (più di quanti ne ha Microsoft) preferendo piccole imprese che possono essere più facilmente integrate nella sua struttura.
L’ipotesi di un buy back delle azioni che, inevitabilmente, finirebbe per alzare il prezzo di AAPL, ha fatto bene al titolo di Cupertino che è cresciuto del 4,64% a Wall Street.