Con l’ultimo aggiornamento di sistema, Apple ha rimosso il plugin Java dai browser per OS X, distanziandosi da Oracle e non preinstallando più per default il framework. La mossa di Apple fa seguito a una serie di problemi di sicurezza della piattaforma di Oracle che in passato hanno messo a rischio gli utenti. Disabilitare Java consente di impedire l’installazione di keylogger o altri software malevoli che sfruttano vulnerabilità del framework in questione. Gli sviluppatori o gli utenti che hanno la necessità di usare Java possono scaricare il framework direttamente dal sito Oracle. Quando si visita un sito che ha la necessità di installare Java, basta fare click sulla voce “Plugin Mancante”: viene presentata una finestra con la dicitura: “Per usare questa applet devi scaricare il plugin Java”, facendo click su “più informazioni” viene presentata la pagina di Oracle dalla quale è possibile scaricare Java per OS X.
A maggio dello scorso anno, Oracle ha presentato Java development kit e JavaFX SDK per OS X, frutto del lavoro con la comunità OpenJDK. Lo scorso interesse di Apple nei confronti di Java e la lentezza ad aggiornare il runtime è stata mesi addietro la causa della diffusione di un malware denominato Flashback. Solo dopo il manifestarsi e diffondersi del problema, Apple ha rilasciato un update per il runtime Java e un tool per la rimozione del malware.
Steve Jobs, il defunto CEO di Apple, ammise come il calendario di Sun (ora Oracle) per gli aggiornamenti della piattaforma era sempre diverso da Apple spiegando come di conseguenza la piattaforma Java fornita da Cupertino era sempre in ritardo di una versione. “Una maniera non corretta di andare avanti” disse Jobs, lasciando intendere come Apple non volesse più correre dietro alle nuove versioni della Java Virtual Machine.
Gli utenti che lo desiderano avranno d’ora in poi la possibilità di scaricare il runtime per OS X direttamente dal sito Java.com, così come per gli altri sistemi operativi. Oracle fornisce gli aggiornamenti per la versione OS X, contemporaneamente alle versioni per Windows.
[A cura di Mauro Notarianni]