Dopo avere smontato l’iPhone 5 e l’iPod touch di nuova generazione, iFixIt completa il giro dell’analisi dei dispositivi lanciati da Apple nell’ultima tornata con l’iPod nano.
Poche sorprese dall’apertura del player musicale che prende il posto del modello di sesta generazione. Gli elementi di maggior spicco da annotarsi sono nella batteria che è fissata con la colla al blocco che costituisce la scheda logica, a sua volta applicata allo schermo. La rimozione della batteria è possibile, ma si devono usare strumenti ad hoc e avere una discreta manualità. La componente fornisce 3,7 V per 0,8 Wh (il doppio della batteria del modello di sesta generazione) con una capacità di 220 mAh. Applicata alla batteria si trova una linguetta che forse dovrebbe servire per rimuovere la stessa, ma la forza della colla con cui viene applicata alla scheda madre rende la linguetta inutilizzabile per questo scopo.
Tra gli altri dettagli da segnalare c’è la scelta, ormai un must, di applicare ogni singolo, o quasi, elemento alla scheda madre con una saldatura. Non a caso, fa notare iFixIt, togliere la scheda madre dal case significa in pratica rimuovere da esso l’intera componentistica dell’iPod nano. Una buona notizia per chi si troverà a sopportare qualche guaio con il suo nuovo nano è il fatto che il digitizer dello schermo non è appiccicato all’LCD; questo vuol dire poter sostituire le due componenti separatamente.
Sulla scheda madre di trovano numerose componenti marchiate da Apple e in quanto tali misteriose sotto il profilo del funzionamento. Si riconoscono, però, tra le altre la memoria Flash prodotta da Toshiba, chip per radio FM e Bluetooth di Broadcom, controller per il touchscreen di Texas Instruments.
Complessivamente sotto il profilo della riparabilità abbiamo un prodotto solo leggermente migliore di altri di Apple. iFixIt attribuisce all’iPod nano un indice di 5/10.