Si può cambiare la televisione grazie ad un evento epocale? Secondo il piccolo schermo “made in Italy”, no. Le trasmissioni notturne per seguire il giorno dei risultati dell’elezione del presidente degli Stati Uniti d’America numero 44, cioè Barack Obama, sono state all’impronta della tradizione dei salottini televisivi a cui la tivù pubblica e privata italiana ci ha abituato da tempo.
Ballarò come Ballarò, Matrix come Matrix, Porta a Porta come Porta a Porta. Sempre uguali a se stesse, sempre i soliti ospiti, sempre i soliti collegamenti. Sempre la solita grafica, anzi “cartelli” e “maxischermi” che fanno sembrare postmoderne le lezioni alle superiori fatte usando un banale PowerPoint o Keynote e un po’ di fantasia.
Per fortuna, negli USa le cose non sono andate così. Anzi, le innovazioni nell’uso di strumenti di informazione di ausilio ai commentatori televisivi ci sono state e sono state spettacolari oltre che utili.
A partire dall’idea della Cnn di usare un “Ologramma” che sembrava ripreso da Guerre Stellari, per far collegare lo studio di Atlanta con quello di Chicago. In realtà , poco più di una trovata da telefilm (schermo verde, sovrapposizione in diretta sul flusso video e videocamere vicina e remota controllate in parallelo per mantenere allineate le due immagini finali in studio) ma di grande impatto.
Invece, dove la grafica ha fatto un grande salto è nella parte da “previsioni del tempo”, peraltro anche quella un’arte per quanto riguarda la tecnologia e l’abilità dialettica e persuasiva dei giornalisti americani. Sempre Cnn ha messo infatti in campo una “lavagna magica” molto particoalre.
Lo schermo, infatti, era realizzato con una tecnologia multitouch analoga a quella dell’iPhone e capace di far sottolineare, zoomare, muovere la visuale sul totale degli stati americani, lasciando una grandissima libertà di manipolazione per un numero incredibilmente ampio di oggetti presenti sullo schermo al presentatore.
La possibilità per il capo della redazione di politica interna della Cnn, John King, di fare un vero e proprio spettacolo nel mostrare come funziona il complicato assegnamento dei voti e l’aggiornarsi delle previsioni è arrivata grazie a una piccola start-up di nome Perceptive Pixel. La piccola azienda che era stata protagonista di una edizione di TED, quella del 2006, in cui aveva dimostrato proprio la capacità di muovere in diretta le immagini sullo schermo e manipolarle più e meglio di quanto non consenta ad esempio Surface di Microsoft.
Il successo del “Magic Wall” di Perceptive Pixel è stato tale negli Usa che sia il The Dialy Show di Comedy Central che il Saturday Night Live della Nbc hanno fatto ampio uso parodistico di questo “strumento d’informazione visuale” Anche se il Magic Wall, a partire dalle primarie, è stato capace di far passare la prospettiva dalla visione generale degli Usa fino alla più piccola contea con una semplice mossa delle mani.
Jefferson Y. Han , lo scienziato dietro alla ricerca di queste interfacce “prive di interfaccia” (cioè tutte basate sul contenuto) e guidate dal tocco, nel 2008 è stato nominato da Time una delle 100 più influenti persone del mondo.