Il passo da nido d’amore hi-tech a trappola infernale è breve per la casa smart, specialmente quando nella coppia incominciano ad esserci problemi. E quando tra i partner non solo sfuma l’intesa, ma ci sono problemi più seri, il salto nel buio degli abusi domestici intelligenti è una tendenza sempre più diffusa. A registrare questa preoccupante situazione è il New York Times, che in un rapporto pubblicato in questi giorni ha rilevato come in una casa smart – affollata di termostati, luci, strumenti per la videosorveglianza e elettrodomestici sempre connessi – sia sempre più difficile liberarsi del partner in caso di violenze domestiche.
Quando la coppia scoppia nella casa smart si mettono in evidenza i poteri oscuri dei comuni dispositivi connessi a Internet. I molestatori, ben nascosti dietro a un black mirror casalingo, agiscono con piccoli terribili dispetti che si rivelano spesso come veri e propri abusi: cambiano i codici di blocco delle porte, accendono e spengono le luci a piacimento per spaventare o infastidire, aumentano il calore del termostato a livelli insopportabili, manipolano allarmi e videocamere.
Come risolvere il problema? Cambiare password non basta, purtroppo. E anche cambiare abitudini e dispositivi non è una soluzione percorribile, specialmente se la vittima vive ancora con l’aggressore e la separazione non è ancora una possibilità all’ordine del giorno. Insomma, il problema è hi-tech, ma è anche un normale abuso e di esso mantiene dinamiche e problematiche, che non possono essere affrontate con un click.
Alcuni accorgimenti si possono assumere quando il partner ha superato il limite con il controllo dei dispositivi hi-tech tra le mura domestiche (o si teme che lo faccia): passaggi fondamentali per chi desidera continuare a utilizzare gli stessi dispositivi sono aggiornare nome utente e password, resettare tutto e reimpostare le impostazioni di fabbrica. Ma da considerare è anche la sostituzione totale dei dispositivi, poiché potrebbero essere stati fisicamente manomessi in modo da restare compromessi anche dopo un hard reset.
Oltre al supporto tradizionale per le violenze domestiche, Ruth Patrick, CEO di WomenSV, un programma di violenza domestica della Silicon Valley, ha spiegato al New York Times che “sarebbe utile incontrare un consulente esperto in tecnologia e sospendere, almeno temporaneamente, l’uso di servizi come Uber e telecomandi e strumenti Bluetooth e altre app che rendano più semplice la geolocalizzazione e il controllo da parte del partner”.
Per liberarsi dall’inferno della casa smart, il primo passo però è la consapevolezza: sapere quali sono i dispositivi connessi in casa, conoscerne il funzionamento, essere pronti a intervenire e a evitare che quei progetti hi-tech pensati per rendere la vita più facile, la trasformino in un incubo 2.0.
Le news sui dispositivi per la casa smart e le recensioni dei prodotti per trasformare le mura domestiche in una casa hi-tech si trovano nel nostro sito “gemellato” CasaVerdeSmart.