Dopo l’uscita del primo iPad, Steve Jobs dichiarò che un tablet da 7 pollici non avrebbe avuto senso:
a meno di non includere la carta vetrata così che gli utenti possano scartavetrarsi le dita fino a un quarto della loro dimensione.
Sebbene si poi si fosse scoperto che Jobs era in realtà molto più ricettivo di quando non desse a vedere all’idea dei 7 pollici, su questo punto aveva probabilmente ragione.
L’iPad attuale, nonostante sia dotato di uno schermo da 9.7 pollici, è poco adatto (in alcuni casi per nulla adatto) per attività intensiva nella creazione di contenuti, come ad esempio sessioni di scrittura prolungata, o sessioni di preciso fotoritocco o video editing. O almeno meno adatto di quanto lo sia un dispositivo con tastiera full QWERTY di dimensioni standard, accoppiata ad un mouse. Uno schermo ulteriormente ridotto, da circa 7 pollici, renderebbe ancora più difficile attività che vanno oltre il semplice consumo di contenuto. Basta osservare questo video dove viene mostrato il Nexus 7 usato in modalità panoramica: lo spazio visibile a tastiera on screen è davvero ridotto e scomodo da sfruttare.
Ora però le indiscrezioni vogliono imminente il lancio del il cosiddetto iPad mini, con display da 7.85 pollici, teoricamente previsto il prossimo ottobre con evento dedicato. Perché questo dietrofront sul formato 7 pollici?
Come confermato anche da indiscrezioni sul web, il target di un iPad mini non è in primis il mercato tablet, ma quello degli ebook reader, unico segmento del mobile in cui Apple fatica ad affermarsi e dove Amazon ha ancora un vantaggio strategico e commerciale non indifferente.
Con il lancio dell’iPad originale Steve Jobs sperava di rivoluzionare il settore dell’editoria, aspettativa che sembra ancora distante, come dimostrano alcune app – come il The Daily – generate sull’hype dell’auspicata rivoluzione hanno mancato l’obiettivo, che stanno ridimensionando le ambizioni e aspettative. In altri casi Apple ha dovuto cedere alle richieste degli editori, concedendo loro più di quanto non avrebbe voluto. Peggio ancora vanno le cose per quanto riguarda il mondo dei libri. Qui Apple ha raccolto ascolto da parte degli editori, ma la sconfitta di Amazon è ancora ben distante. Nonostante l’offerta di iBookstore e le caratteristiche tipiche di un ebook reader integrate in iPad, il tablet come dispositivo di lettura non può competere con un Kindle e nemmeno con un Kindle Fire, non solo per l’enorme differenza di prezzo, ma anche per le caratteristiche fisiche del tablet. iPad è troppo ingombrante e soprattutto è veramente scomodo e pesante per sessioni di lettura prolungate.
Diversamente dai classici tablet da circa 10 pollici, il formato 7 pollici è invece perfetto per la lettura e il consumo dei contenuti. Tablet come il Nexus 7 o il Kindle Fire sono molto più comodi da trasportare, entrano facilmente in una borsetta, sono molto meno ingombranti di un iPad e più leggeri da sostenere con una mano sola.
Gli svantaggi di iPad erano stati in parte compensati da una strategia commerciale aggressiva, che avrebbe contribuito a ridurre il potere di Amazon grazie al famigerato “modello agenzia”, tramite cui Apple ha creato un cartello con i più grandi editori mondiali, per fissare i prezzi degli ebook e ridurre il potere di Amazon nella lotta dei prezzi. Il sistema ha funzionato ed Apple ha guadagnato mercato (mentre gli utenti hanno perso soldi).
Ora però il modello agenzia e il conseguente cartello si sta sgretolando sia in USA che in EU. Non a caso con le clausole di Apple fuori dai giochi i prezzi degli ebook hanno iniziato a scendere. Appare quindi inevitabile tentare di conquistare il mercato della lettura con un nuovo dispositivo, che offra la stessa maneggevolezza dei rivali ma con le già apprezzate caratteristiche di iOS e la cascata di applicazioni di qualità.
Il prezzo sarà un fattore importante: se Apple riuscisse ad offrire un iPad mini entry level a soli 199 dollari sarebbe un colpaccio e rappresenterebbe un duro affondo contro Amazon. E’ però più verosimile pensare ad un entry level di circa 250/300 dollari, con un prezzo al di sotto, ma non di molto, a quello del nuovo iPod touch, replicando il modello seguito con iPad (che ha un prezzo al di sotto di quello di iPhone). E’ ormai scontato che con il lancio del nuovo iPad mini possa arrivare anche con un rinnovo di iBook o con l’introduzione di novità riguardo alla lettura. Con la giusta strategia, iPad mini potrebbe essere il prossimo best seller della stagione Natalizia 2012 per la gioia del cassiere di Apple e la preoccupazione della concorrenza, in particolare di Amazon.